Basilica di Sant’Ubaldo, don Mirko: tutti insieme possiamo farcela

Basilica di Sant'Ubaldo

Quarta Domenica di Pasqua e prima del mese di maggio. Una giornata che solitamente rappresenta il momento iniziale delle feste e delle celebrazioni dedicate al Patrono di Gubbio, sant’Ubaldo. Quest’anno, viste le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19, come noto, non si svolgerà la Festa dei Ceri ma Gubbio rende comunque  omaggio al suo protettore, a cominciare dalla celebrazione di questa mattina nella Basilica di Sant’Ubaldo, presieduta dal cappellano dell’Università dei muratori e arti congeneri, don Mirko Orsini, e concelebrata dai custodi del santuario, don Giuseppe Ganassin e don Pietro Benozzi, e da don Andrea Svanosio. Ecco una parte del testo dell’omelia di don Mirko:

Ogni anno la IV Domenica di Pasqua è dedicata al «pastore bello». Fissando lo sguardo su di lui, comprendiamo chi siamo noi: pecore che sanno ascoltare la sua voce, e fidandosi di essa si lasciano condurre fuori dai recinti delle proprie paure, delusioni, egoismi, verso i pascoli della vita. Il pastore chiama e noi ascoltiamo. Quando ascoltiamo solo noi stessi, o altre voci, rimaniamo nei recinti di morte.

Certamente sant’Ubaldo si è confrontato più volte con questa pagina di Vangelo, lasciandosi sempre più coinvolgere e conformare per essere pastore alla maniera di Gesù. (…)

Oggi i Ceri tornavano in Città… Caro Ubaldo, oggi i Ceri rimangono qui in Basilica, non più però a farti compagnia, ma sono qui a rappresentare tutto il tuo gregge/popolo che ti chiede ancora, come pastore bello, di guidarlo, assisterlo e proteggerlo. Il tuo popolo ti implora non solo di essere protetto dal virus che porta il nome di Covid19, ma anche da virus altrettanto pericolosi che portano il nome di protagonismo, arroganza e superficialità. Proprio tu ci hai insegnato che un popolo unito può vincere ogni nemico, interno ed esterno, ricordaci allora anche questa volta che solo tutti insieme, come popolo, possiamo farcela. Sant’Ubaldo, pastore buono, dal Cielo accetta il nostro omaggio sicuramente più silenzioso, ma altrettanto devoto.