Gubbio, il saluto di Ceccobelli: “Rimarrete nel mio cuore. Vi lascio in buone mani”

GUBBIO (2 novembre 2017) – Mons. Mario Ceccobelli, attuale amministratore apostolico della Chiesa eugubina, ha affidato alle pagine di “Camminiamo” di novembre – distribuito proprio in queste ore – il suo saluto alla comunità diocesana. Ecco il testo integrale che ha affidato alla newsletter che mensilmente raggiunge sacerdoti, religiosi e laici attraverso i canali digitali (email, sito web e altro).

Carissimi, è questo il tempo dei saluti, del commiato. A questo foglio consegno i miei sentimenti. Introducendo il Camminiamo di ottobre scrivevo: “l’attesa è terminata, il Santo Padre ha nominato il 60° successore di sant’Ubaldo. Gli Arcangeli, messaggeri di Dio, hanno portato alla nostra Chiesa questa buona notizia”.

In questi dodici anni vi ho incontrato nelle chiese, nei luoghi di aggregazione, sulle piazze e sulle strade della nostra diocesi: tutti siete e rimarrete nel mio cuore. Ho cercato di vedere in tutti dei fratelli da illuminare e da sostenere, non solo nel cammino di fede. Vi ho visto anche come compagni di viaggio con cui condividere le alterne vicende della vita. Vi ho sempre ricordati nella mia preghiera quotidiana e per tutti ho chiesto al Signore la luce e la forza necessaria per camminare, qui in terra, sui sentieri che ci ha indicato Gesù e che i nostri Santi, a cominciare da sant’Ubaldo, ci hanno mostrato concretamente con il loro esempio e il loro insegnamento.

Il primo saluto, tutto particolare e carico di gratitudine, lo rivolgo ai presbiteri e ai diaconi, diocesani e religiosi della Chiesa eugubina. Sono stati loro i miei primi e preziosi collaboratori, e a loro chiedo di perdonare le mie deficienze e le mie debolezze, non certo volontarie, ma espressione della fragilità umana, che è anche mio retaggio.

Saluto e ringrazio i religiosi, le religiose e le persone consacrate al Signore, che mi hanno aiutato ad annunciare il Regno di Dio, radicato su questa nostra terra da Gesù con la sua incarnazione morte e risurrezione. Essi, con la loro scelta di vita, consacrandosi al Signore, hanno mostrato la via che conduce alla Patria che ci attende quando, dopo questa vita, saremo chiamati a entrare nella pienezza del Regno.

Saluto con affetto paterno i seminaristi che con generosità hanno risposto alla chiamata del Signore e che si stanno preparando a ricevere il sacramento dell’Ordine, sono un bel segno di speranza per la nostra Chiesa.

Saluto anche coloro che, chiamati dal Signore, hanno ancora paura di buttarsi nell’avventura della sequela dell’unico Maestro, il solo in grado di saziare la fame di gioia e di vita che alberga in ogni creatura umana.

Saluto e ringrazio tutti coloro che hanno guidato gli uffici della Chiesa diocesana, di tutti ho apprezzato la generosità e l’impegno nell’assolvere i loro compiti.

Saluto e ringrazio i fedeli laici che nelle comunità parrocchiali hanno collaborato con i parroci nei consigli pastorali e in quelli economici, nella catechesi, nella liturgia, nella carità. Sono loro la componente più significativa e più necessaria per la parrocchia, perché hanno saputo e voluto trasformare i doni dello Spirito Santo in servizi per l’edificazione della comunità.

Saluto tutte le autorità civili e militari, i sindaci dei Comuni compresi nella diocesi e in particolare il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, che mi ha mostrato sempre piena disponibilità e offerto fattiva collaborazione nelle iniziative diocesane che coinvolgevano l’Amministrazione comunale. Lo ringrazio di cuore per averlo sempre sentito attento alle esigenze dei fedeli, che sono anche cittadini di Gubbio. Mi piace ricordare la sua opera decisiva per realizzare quello che è stato un desiderio fortissimo del vescovo Pietro Bottaccioli e anche mio, e che, dopo aver superato ostacoli che sembravano insormontabili, ora sta per diventare realtà nell’accoglienza all’università Lumsa, capace di dare alla nostra città un respiro culturale ampio e farla diventare meta per gli studenti che vorranno conseguire le loro specializzazioni.

Saluto le Associazioni, le Istituzioni, le Cooperative, le Famiglie ceraiole, che sono il tessuto vivo della città e della diocesi. È veramente grande il numero delle persone che ho incontrato in questo che è chiamato il terzo settore, e che svolgono un servizio non solo nell’ambito religioso ma anche in quello della cultura, della tradizione e del folclore. Da tutti ho ricevuto sostegno, solidarietà e direi affetto fraterno, tutti ringrazio e tutti porterò con me e ricorderò al Signore nella mia preghiera quotidiana.

Un saluto speciale, pieno di gratitudine, riservo alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia, che non ha fatto mancare il finanziamento ai tanti progetti miranti al recupero del vasto patrimonio artistico della diocesi, ma anche alle iniziative di carattere sociale destinate a soccorrere le molteplici povertà emerse in maniera drammatica durante il lungo periodo della crisi economica.

In questo mio ultimo mese di permanenza in diocesi sarò disponibile, se i parroci m’inviteranno, a venire nelle parrocchie per celebrare l’Eucaristia e salutare personalmente i fedeli.

Ogni commiato porta con sé una certa amarezza e qualche rimpianto per quanto avrei potuto fare e non è stato fatto, tutto depongo tra le braccia della Divina Misericordia raccomandandomi alla mediazione della Vergine Santa e dei Santi della Chiesa eugubina.

Il velo di sofferenza che ora copre il mio spirito è però in parte squarciato dalla consapevolezza che vi lascio in buone mani.

Il vescovo Luciano, mio successore, è giovane, ben preparato e animato da spirito apostolico, vi saprà guidare con coraggio sui sentieri della nuova evangelizzazione e vi farà gustare le gioie riservate a coloro che seguiranno il Maestro, Gesù nostro Signore e Redentore che ci attende tutti nel suo Regno per la festa che non avrà fine.

Tutti saluto e abbraccio con affetto paterno e fraterno e di tutti mi ricorderò nella preghiera quotidiana.

+ Mario, Amministratore apostolico

NOTA: cliccando sul link seguente, si possono visualizzare, scaricare e utilizzare numerose immagini fotografiche di mons. Mario Ceccobelli

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