S.E.MONS. Luciano Paolucci Bedini
Omelia per la Festa di Sant’Ubaldo

Sant'Ubaldo, nostro potente protettore
16-05-2019

Dall’alto del suo splendente rifugio sul monte Ingino il nostro Vescovo Ubaldo oggi, come ogni giorno dell’anno, stende il suo amorevole abbraccio di padre a cingere, come le mura della città, ciascuno dei suoi figli, per difenderli da ogni male. Sicuri e lieti di tanta grazia possiamo cantare e gioire insieme per questo grande dono che il Signore ha elargito per radunare in questa terra il suo santo popolo, scegliendo tra i suoi figli un uomo buono, cresciuto dalla tenerezza di Dio Padre; un uomo umile, scolpito dalla pazienza e dalla mitezza di Cristo; un uomo forte, forgiato dalla potenza dello Spirito Santo. Reso padre e guida dei suoi fratelli per vincere la lotta della vera vita.

Saluto e ringrazio le presenti autorità. Il Signor Sindaco. I Responsabili delle forze dell’ordine e sicurezza. Tutti i responsabili della bella Festa dei Ceri che ieri abbiamo vissuto insieme, in un clima di gratitudine e di forte coesione. Una giornata di gioia, che ha permesso a tutti, grandi e piccoli, di godere la bellezza di questa città e la tensione verso l’incontro tanto atteso con il santo Vescovo Ubaldo. Un saluto fraterno alle delegazioni amiche delle città di Thann e di Jessup, come anche a tutti coloro che in questi giorni si sono uniti a noi nella festa.

Nelle pagine che raccontano la vita e il ministero di Sant’Ubaldo molte volte lo si vede impegnato nel lottare contro il male che offende l’uomo, che minaccia la sua integrità di vita e che fa vacillare la speranza della sua fede in Dio. E sempre, il nostro pastore beato, ci dona l’esempio di una risposta ferma e risoluta che oppone al male il bene, alla sofferenza la compassione, all’offesa il perdono, alla divisione la riconciliazione e alla vessazione la potenza della grazia divina.

Ai miei fratelli annunzierò la pace”, abbiamo ripetuto insieme nel ritornello al salmo responsoriale. Di fronte a chi lo attaccava con offese e brutte maniere Ubaldo ha sempre difeso la dignità del fratello che gli si opponeva. Non ha cercato riscatto o vendetta. Non ha opposto male a male. Ritirandosi con umiltà ha impedito che il male crescesse, e ha provocato la conversione del fratello divenuto nemico. Così ha evitato di lasciarsi coinvolgere nelle vie del male e ha offerto agli altri, riconosciuti sempre e solo come suoi fratelli, la possibilità di scegliere ancora tra la voce del male e lo Spirito del bene. Quanto abbiamo bisogno di essere ammaestrati da questo glorioso esempio. Quanto la persona di Ubaldo, figlio di questa terra, ci restituisce la letizia di una vita vissuta con semplicità, con cuore grande e libero, con uno sguardo sereno e limpido che non ci chiude su noi stessi, ma ci mantiene vigili e fermi verso il bene.

San Paolo nella lettera agli Efesini raccomanda ai suoi fratelli: “Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”.

Il secondo campo di lotta in cui Sant’Ubaldo ha combattuto le conseguenze del male è stato quello della divisione e del conflitto tra i suoi figli e fratelli, concittadini della sua Gubbio. Intollerante ad ogni forma di contrapposizione, che mettese in pericolo la solidarietà del suo popolo, egli non mancò di intervenire direttamente e rischiando di persona. Quante volte offrì se stesso e la sua parola per evitare lo scontro, profondamente convinto che sempre la violenza è inutile e sempre il conflitto è una sconfitta. Non raramente, nelle occasioni di litigio tra i suoi, egli intervenne mettendosi fisicamente in mezzo, ad impedire che il male facesse il suo corso e vincesse la sua meschina battaglia sulla pelle degli uomini, lasciando sul campo solo perdenti dall’una e l’altra parte. Troppe volte i nostri dissidi hanno motivi futili, e sempre comunque potrebbero essere affrontati per altre vie. Quanto abbiamo bisogno anche a Gubbio di servitori umili della comunione e della fraternità. Di singoli e di gruppi che lavorino con forza per una solidale convivenza. Quanto è urgente e necessario che tutti ci si senta responsabili di ciò che appartiene a tutti ed è per tutti, e che alcuni a nome di tutti si sentano incaricati dell’amministrazione del bene comune e mai contro qualcuno. E quanto è più che mai auspicabile che i cristiani di questa Chiesa eugubina, forti della testimonianza del loro patrono, si espongano con generosa prodigalità a servizio del bene, con semplice concretezza e trasparente intenzione, specialmente verso le membra più deboli e sofferenti della nostra comunità.

Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”, dicono stupiti gli apostoli di ritorno dalla loro prima missione in cui Gesù li ha inviati. Ed egli disse loro: “Vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi”. La potenza di Dio sul male è totale e definitiva. La vittoria della Pasqua di Gesù è sicura speranza di ogni nostra tribolazione. Certo di questo il vescovo Ubaldo si è fatto difensore di tutti coloro che subivano l’ingiuria del maligno, prima e dopo la sua morte. Lo ricordiamo come guaritore potente, potente della potenza di Dio, verso tutti coloro che vivevano tempi di sofferenza nel corpo e nello spirito. Non pensiamo che oggi il nemico di Dio non sia più interessato a ferire la vita degli uomini per odio verso la sorgente dell’amore eterno. Non potendo combattere contro l’onnipotenza di Dio meschinamente si accanisce sulla debolezza dell’umanità e della sua creazione. Anche per questo abbiamo fiducia nella paterna intercessione del Vescovo patrono e con lui lasciamoci coinvolgere nel affiancare le sorelle e i fratelli che si trovano in ogni genere di afflizione perché arrivi loro tramite la nostra compassione la stessa consolazione di Dio.

Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perchè i vostri nomi sono scritti nei cieli”, dice Gesù. La gioia di oggi è fondata sulla bellezza di avere un così grande protettore e sulla continua possibilità di poter ricorrere a lui per attingere all’eterna grazia della Santissima Trinità.

Anche Sant’Ubaldo, “avendo premura di impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città nell’assedio”. E da ogni male che possa assediare la nostra vita, con fiducia di figli, al nostro patrono ci rivolgiamo:

Vescovo Ubaldo,

patrono e protettore nostro,

ascolta la nostra supplica di figli.

Tu, che con la forza di Dio combattesti le insidie del male,

veglia su ciascuno di noi e difendici dagli attacchi del maligno.

Aiutaci a non rispondere al male con il male,

e insegnaci a scegliere sempre la via della pazienza e del dialogo quando il conflitto ci divide.

Accompagna la crescita dei piccoli e dei giovani,

perchè fondino la loro esistenza nel servizio del bene, con l’aiuto e l’esempio dei grandi.

Cingi con il tuo amore le nostre famiglie,

perchè non subiscano l’assedio del male.

Rimani con noi accanto ai sofferenti nel corpo e nello spirito,

perchè sentano la carezza della consolazione di Gesù buon pastore,

che tu hai reso vivo e presente in mezzo a questo tuo popolo.

Abita la vita di ogni cittadino e di tutti i fedeli di questa terra eugubina,

fa che condividiamo i frutti del bene e diamo esempio di fraterna solidarietà.

Amen.

+ don Luciano, vescovo