Il Rinascimento umbro da domani “ambasciatore” d’Italia in Serbia

 

GUBBIO (22 aprile 2013) – Il Gonfalone del Corpus Domini, attribuito all’urbinate Raffaello Sanzio, il Badalone del Coro di San Domenico e l’esperienza della replica dello Studiolo di Federico da Montrefeltro da domani sono i testimonial del territorio umbro nell’evento espositivo che si apre a Novi Sad, in Serbia.

Nell’ambito della cooperazione bilaterale tra i due Paesi, il Patto territoriale dell’Appennino centrale ha organizzato infatti, nella regione autonoma della Vojvodina, una serie di eventi incentrati sull’eredità dell’Umanesimo e del Rinascimento nel vasto territorio dell’Appennino tra Marche, Umbria, Toscana e Romagna. Fondamentale per il progetto, che durerà fino alla fine di giugno 2013, la consolidata collaborazione con il territorio eugubino, in particolare con la Diocesi di Gubbio, che ha prestato le opere.

Questi eventi fanno parte della strategia del Patto territoriale dell’Appennino centrale – spiega il direttore del Patto stesso, Ilias Tasias – finalizzata alla caratterizzazione di ogni tipo di offerta espressa dal territorio in termini di valorizzazione e promozione delle espressioni artistiche e culturali in un’ottica non solo di riscoperta della sua eredità storica ma anche del suo riposizionamento all’interno della rete di eccellenze del nostro paese”.

Lo scambio artistico e culturale fra Italia e Repubblica di Serbia ha anche una grande importanza umanitaria, come canale di dialogo e di scambio di esperienze con una paese che sta uscendo a fatica dalla sanguinosa guerra civile che ha infiammato l’area balcanica negli anni Novanta. La violenta dittatura di Slobodan Milošević è stata tra le cause della frammentazione fra le diverse aree della ex Jugoslavia, che Belgrado non è riuscita a tenere unite. Fino all’inasprimento del 1999, quando la stessa capitale serba fu bombardata dalla Nato nel tentativo di chiudere la questione del Kosovo, dove erano in corso violenti combattimenti tra le etnie serbe e albanesi.

Ora la Repubblica di Serbia è un paese in crescita, dal livello di sviluppo medio-alto, che punta a uscire dall’isolamento degli ultimi anni e che nel 2012 si è candidata per l’ingresso nell’Unione Europea. Un isolamento politico internazionale che potrà essere spezzato anche grazie a iniziative come la mostra d’arte dedicata al Rinascimento nell’Italia centrale.

La sede della rassegna sarà, come detto, Novi Sad, capitale della provincia serba settentrionale della Vojvodina e centro amministrativo del distretto di South Backa. Sulle rive del fiume Danubio, Novi Sad è la seconda città più grande della Repubblica di Serbia, con circa 350 mila abitanti.

Nel dicembre scorso, una delegazione composta dall’assessore alla Cultura e dal Sovrintendente alle belle arti della regione autonoma della Vojvodina, dal prorettore dell’Università di Novi Sad e dalla direttrice della Galleria nazionale “Matica” aveva visitato il territorio umbro, per incontrare la Sovrintendenza e l’Università di Perugia e i rappresentanti della Diocesi di Gubbio.

Nei prossimi giorni, sarà una delegazione umbra a raggiungere Novi Sad per l’inizio dell’esposizione d’arte. Il gruppo sarà composto da Giordana Benazzi, storica dell’arte già in servizio presso la Sovrintendenza ai beni storico-artistici dell’Umbria, mons. Giuliano Salciarini, parroco della Chiesa di San Domenico, Marcello e Giuseppe Minelli, maestri ebanisti eugubini che hanno replicato lo Studiolo dei Montefeltro nel Palazzo Ducale di Gubbio, Daniele Morini, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi eugubina. La delegazione sarà guidata da Ilias Tasias, direttore del Patto territoriale per l’Appennino Centrale, che da qualche giorno è già in Serbia per coordinare l’organizzazione degli eventi.