Un appuntamento di fede e memoria per l’intera comunità eugubina
Anche quest’anno, giovedì 11 settembre 2025, la città di Gubbio si è raccolta con intensa partecipazione attorno al suo patrono, sant’Ubaldo, celebrando la solennità della Traslazione delle sue spoglie. Un evento che, oltre al valore storico e devozionale, continua a rappresentare un forte richiamo alla vita di fede e alla comunione ecclesiale.
Le celebrazioni si sono aperte la sera del 10 settembre con la consueta processione dalla Cattedrale alla Basilica di Sant’Ubaldo, in cima al monte Ingino. Un cammino di preghiera che unisce la città in un gesto corale di omaggio e affidamento al santo vescovo, le cui reliquie sono custodite nel santuario costruito appositamente per lui.
L’omelia del vescovo: “Non lasciamo Dio quassù”
Il momento centrale della giornata è stata la Santa Messa solenne presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, concelebrata da vari sacerdoti del clero diocesano, che ha offerto un’omelia intensa e profonda, centrata sul valore spirituale della Traslazione e sull’attualità della figura di sant’Ubaldo.
Il vescovo ha ricordato come, nel gesto di portare il corpo del santo sul monte, il popolo eugubino abbia compiuto un’azione ricca di significato:
“Quando il popolo eugubino decide di traslare su questo monte la salma riconosciuta come santa del nostro vescovo Ubaldo, quassù non c’era neanche ancora questa basilica ed è stata costruita apposta per custodire, accogliere e venerare la sua santità e la nostra fede”.
Il monte, ha spiegato il presule, è diventato così luogo-simbolo dell’incontro con Dio, alla stregua del monte Sion nella Scrittura. Tuttavia, mons. Paolucci Bedini ha messo in guardia da una fede che si limiti al solo pellegrinaggio o alla sola devozione:
“Dio è spirito, non va adorato solo qui. […] Sant’Ubaldo non intercede per noi solo qui. Questo luogo, per quanto prezioso, è come una sorgente che ci ricorda che Dio è con noi e per noi e ci accompagna”.
“Guai se finisse qui la nostra fede e la nostra devozione. Guai se non riuscissimo a comprendere e a sentire come Dio, attraverso anche l’intercessione del nostro patrono Ubaldo, accompagna tutti i passi della nostra quotidianità”.
Sant’Ubaldo, ambasciatore della riconciliazione
Uno dei passaggi più intensi dell’omelia ha riguardato la vocazione alla riconciliazione, eredità spirituale lasciata da sant’Ubaldo, che si fa ancora oggi guida e maestro per la comunità:
“Possiamo mettere nella bocca di Ubaldo le parole di san Paolo: ‘A noi il Signore ha affidato il ministero della riconciliazione’. Non esiste vita santa, non esistono relazioni buone, non esiste concordia civile e religiosa che non sia radicata nella riconciliazione”.
Il vescovo ha poi richiamato il forte appello paolino – “Vi scongiuriamo, lasciatevi riconciliare con Dio” – rendendolo un monito attuale e necessario per tutti:
“È un passivo, perché lo sa bene il Signore che noi da soli questa cosa non la faremo. Quante volte conserviamo nel cuore rancori e divisioni invece di scioglierli in un dialogo fraterno. […] Ogni situazione di fatica, di divisione, di esclusione si scioglie prima di tutto nella riconciliazione con Dio”.
Una festa che continua nella vita quotidiana
Concludendo la sua riflessione, il vescovo Luciano ha invitato i presenti a non fermarsi alla celebrazione liturgica, ma a trasformare la devozione in scelte di vita ispirate dal Vangelo:
“Scendendo da questo monte, abbiamo bisogno tutti di riportare il suo insegnamento laddove ci giochiamo la vita: in quella santità quotidiana che ci è richiesta dal Signore”.
“Per questo l’abbiamo portato quassù e da quassù facciamo che la sua offerta non sia vana, perché ogni giorno possa accompagnarci nel cammino della vita e della fede”.
Una tradizione viva, che illumina il presente
La festa della Traslazione di sant’Ubaldo si è così confermata, anche quest’anno, come uno dei momenti più significativi per la vita della diocesi e della città di Gubbio. Un rito che, pur affondando le radici nella storia, non smette di parlare al presente, invitando a una fede incarnata, capace di riconciliazione, servizio e speranza. Per questo, oltre alla presenza di tanti fedeli e devoti per l’intera giornata dell’11 settembre, alla celebrazione solenne pomeridiana hanno partecipato anche il sindaco Vittorio Fiorucci, accompagnato dal gonfalone della Città di Gubbio, le autorità civili e militari, i rappresentanti dell’associazione “Maggio Eugubino”, dell’Università dei muratori, scalpellini e arti congeneri, delle tre Famiglie ceraiole.
- La festa 2025 per la Traslazione del patrono di Gubbio, sant’Ubaldo
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