Nel 2018 la Caritas di Gubbio ha amministrato nel complesso 500.000 euro, utilizzati per intervenire su situazioni di bisogno presenti, in gran parte, all’interno del territorio diocesano.
Ha gestito direttamente 60.000 euro della quota dell’8xmille destinata dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) alla diocesi eugubina. Grazie al progetto “Famiglia, giardino di comunione”, finanziato dalla Caritas italiana sempre con l’8xmille, la Caritas diocesana ha beneficiato di risorse per 70.000 euro.
Dal “Progetto Anticrisi” di Caritas italiana, attivo da alcuni anni per aiutare le Caritas diocesane a fronteggiare gli effetti della crisi economica sulle famiglie più vulnerabili, sono arrivati ulteriori 20.000 euro come rimborso di contributi erogati nel 2017.
Le offerte raccolte in occasione dei funerali attraverso i cartelloni di suffragio sono state
16.600 euro. Da altre donazioni, non legate a specifici progetti, sono arrivati 7.600 euro.
Nel 2018 sono stati erogati 24.500 euro di contributi economici per bisogni abitativi (utenze, affitti, acquisto di legna e pellet), alimentari (buoni spesa) e sanitari (buoni farmaci e interventi legati a viaggi e degenze per motivi di salute).
Attraverso la Caritas, che ha anticipato le somme, il Comune di Gubbio ha erogato 12.900 euro di sussidi a persone in gravi situazioni di disagio sociale ed economico.
La Caritas ha partecipato con 30.000 euro al progetto “Sostegno alle situazioni di povertà nel Comune di Gubbio”, attivo dal 2013 per sostenere le famiglie in grave difficoltà per il pagamento di utenze e affitti, e finanziato anche dal Comune di Gubbio (30.000 euro) e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (100.000 euro), con l’apporto del Cesvol di Perugia. Attraverso tale progetto, in cui la Caritas svolge anche la funzione di tesoriere, sono stati erogati 425 contributi per complessivi 160.000 euro.
Con 60.000 euro la Caritas ha continuato a sostenere l’attività dell’Aratorio Familiare, con sede a Gubbio in località Coppiolo, un’esperienza di agricoltura solidale che coinvolge famiglie e volontari, e che ha al suo interno una struttura di prima accoglienza che può ospitare fino a cinque persone. Numerose sono le collaborazioni, in primo luogo con il Comune di Gubbio, ma anche con Asl, scuole, associazioni. Circa due terzi della somma sono stati impiegati per la ristrutturazione del tetto dell’intero fabbricato nel quale l’Aratorio Familiare ha sede.
La convenzioni con i Comuni di Gubbio (per la collaborazione nell’ambito dell’Ufficio di Cittadinanza) e di Umbertide (per la gestione del Centro di prima accoglienza “J. Masslo”), hanno comportato un contributo complessivo da parte delle due istituzioni di 31.000 euro.
La Caritas diocesana ha inoltre gestito – attraverso le operatrici della cooperativa sociale “Il Sicomoro” – il servizio di sostegno scolastico “La farfalla”, per il quale il Comune di Gubbio ha messo a disposizione 10.000 euro. L’ attività, che si è svolta in collaborazione con le parrocchie di Padule, Semonte e Casamorcia, e con l’Associazione “Semonte”, ha coinvolto più di 60 tra bambini e ragazzi e ha beneficiato dell’apporto di circa 15 volontari.
Grazie al contributo di un insegnante volontario, presso la sede Caritas di San Pietro ha funzionato un corso base di italiano per stranieri, frequentato da una decina di persone.
Nel 2018 sono stati inviati alla missione diocesana in Bolivia 22.200 euro, di cui 10.800 grazie alle attività organizzate dai giovani che, negli anni scorsi, hanno fatto un’esperienza di servizio nella missione stessa, e 11.400 euro raccolti durante la Quaresima di Carità “A scuola di avventura”, finalizzata a sostenere la Scuola universitaria di Turismo d’avventura con sede a Peñas.
In favore della casa di accoglienza della Caritas Umbra in Kosovo sono arrivate donazioni per 32.500 euro; di questi 12.000 relativi al progetto di sostegno a distanza.
Per quanto riguarda l’aiuto alimentare, il centro diocesano nel 2018 ha operato 1.437 interventi, per un totale di 117 quintali di cibo, di cui hanno beneficiato circa 3.300 persone. Inoltre, attraverso il cibo donato dai supermercati Coop di Gubbio e Umbertide e da altri esercizi commerciali, e a quello arrivato dal punto fisso di raccolta situato presso il supermercato Emi di Gubbio, è stato possibile sostenere in modo continuativo (in molti casi attraverso la consegna a domicilio) circa 60 famiglie in grave difficoltà economica. Il servizio è stato garantito dal lavoro di una quindicina di volontari.
Dalla colletta del Banco Alimentare (24 novembre 2018) e da quella promossa dalla Coop di Gubbio (27 ottobre 2018) sono arrivati complessivamente 63 quintali di cibo, distribuiti alle famiglie indigenti attraverso le Caritas parrocchiali e zonali dotate di un centro di distribuzione alimentare. Queste hanno beneficiato mensilmente anche dei prodotti alimentari assegnati dal Banco Alimentare dell’Umbria.
Il centro diocesano di distribuzione vestiario, situato presso la parrocchia di Sant’Agostino, ha distribuito circa 2.400 pezzi tra vestiario per adulti, bambini e neonati, biancheria, articoli per la casa e giocattoli.
Per quanto riguarda il servizio di avviamento al lavoro, sono 160 le persone che sono riuscite a trovare un’occupazione, nella stragrande maggioranza dei casi come assistenti familiari o collaboratrici domestiche.
Come negli anni scorsi, anche nel 2018 la Caritas diocesana di Gubbio ha proposto e promosso esperienze di formazione e solidarietà in Italia (viaggio di ottobre a Torino presso il Gruppo Abele di don Luigi Ciotti) e presso le missioni diocesane in Bolivia e in Kosovo, per far conoscere e vivere realtà vicine a situazioni di povertà ed emarginazione sociale; le persone coinvolte sono state nel complesso una cinquantina. Si è favorita la partecipazione a tali esperienze anche di chi – soprattutto giovani – non era in grado di sostenere tutte le spese per il viaggio, con complessivi 3.000 euro.
E’ stato promosso infine un Gas (Gruppo di acquisto solidale) per sostenere il gruppo cooperativo Goel di Gioiosa Ionica (Calabria), che coltiva terreni confiscati alla ‘Ndrangheta e opera nel rispetto dell’ambiente e della dignità dei lavoratori. Sono stati acquistati agrumi per 6.096 euro da una rete di oltre 100 famiglie.
«Dai dati che abbiamo fornito – commentano dalla Caritas diocesana – vorremmo che trasparisse soprattutto il desiderio della comunità cristiana di farsi carico, pur con tante fatiche e innumerevoli mancanze, delle sofferenze dei suoi membri più deboli e vulnerabili, secondo lo stile dell’accompagnamento e della condivisione. Avendo al tempo stesso ben chiaro che la Caritas non è – come ripete spesso papa Francesco – una Ong ma un organismo pastorale della Chiesa. La sua funzione principale resta quella educativo-pedagogica nei confronti della comunità cristiana, chiamata a riconoscere e amare in ogni povero il Signore Gesù».
«Al tempo stesso – continuano gli “animatori” diocesani della carità – siamo chiamati a collaborare con tutte le realtà istituzionali e associative che sul territorio incontrano chi vive situazioni di bisogno, cercando di fare ogni giorno con impegno e onestà la nostra parte, ma senza rinunciare a richiamare alle proprie responsabilità chi è istituzionalmente chiamato a sostenere le persone più fragili. Ci sentiamo infine di camminare insieme a quanti operano, a livello locale, nazionale e internazionale, per costruire una cultura dell’accoglienza, del dialogo, della valorizzazione delle differenze, del rispetto della dignità di ogni persona, al di là della sua cittadinanza o provenienza geografica. “Prima la persona umana” ci sembra lo slogan più sensato e carico di speranza per il futuro del nostro pianeta».