Il 3 dicembre scorso, mons. Ubaldo Felice Braccini, decano del clero eugubino, ha festeggiato i 70 anni di sacerdozio. Nato a Scheggia nel 1928, dopo aver frequentato il Seminario vescovile di Gubbio e quello regionale di Assisi, venne ordinato sacerdote nel 1950. Profondo conoscitore del latino, don Ubaldo, canonico emerito della Cattedrale, in passato cancelliere vescovile e archivista diocesano, si è distinto per la pubblicazione di un testo come “La mano di Sant’Ubaldo”, in cui ha ricostruito i legami storici e religiosi tra Gubbio e Thann, in nome del patrono comune, di cui è conservata una reliquia nella cittadina francese. Nel ministero pastorale, il sacerdote ha guidato in gioventù le comunità parrocchiali di S. Andrea del Calcinaro e Torre dell’Olmo, realtà rurali oggi pressoché spopolate, delle quali spesso ricorda le fatiche, i disagi e le condizioni di povertà dei contadini. Dal 1955 al 2019, è stato parroco di Torre dei Calzolari, dove si è adoperato per la ristrutturazione della chiesa parrocchiale dopo il terremoto del 1984, e di Spada, la cui parrocchia venne istituita negli anni Sessanta. A livello sociale, significative sono state le battaglie per l’ammodernamento della strada statale 219 Pian d’Assino, dalle quali ha tratto il libro “La strada della morte”. Il prete che scocciava per la tutela degli allevatori di fronte allo scriteriato ripopolamento dei lupi. Don Ubaldo si è anche distinto nel rapporto con il mondo dell’emigrazione, con molti viaggi specie in Lussemburgo, e nell’ambito del clero, come esponente della Faci (Federazione associazioni del clero in Italia), si è adoperato per la promozioni dei diritti e delle tutele per i sacerdoti.
Giorgio Cardoni