Una situazione di emergenza diventa occasione per studiare e approfondire il patrimonio di arte e cultura del territorio diocesano. La chiesa di Santa Maria dei Laici (detta dei Bianchi) a Gubbio, dal 7 dicembre ospita in via temporanea un’opera di grande interesse storico-artistico: si tratta del Tondo di Cantiano, una Madonna del cardellino con Bambino e san Giovannino, proveniente dalla Collegiata della cittadina marchigiana colpita dall’alluvione dello scorso settembre. L’esposizione nasce dalla collaborazione tra diocesi di Gubbio, parrocchia di Cantiano e Soprintendenza delle Marche.
La “camera delle meraviglie”
“Un’operazione – spiegano Paolo Salciarini ed Elisa Polidori dell’Ufficio diocesano Beni culturali ecclesiastici – che, in primo luogo, rappresenta un’attività di tutela del bene: la Collegiata infatti è stata gravemente lesionata dall’alluvione e la salvaguardia di questa straordinaria opera era di fondamentale importanza”.
L’esposizione alla chiesa dei Bianchi, che fa parte del Polo museale diocesano cittadino, non è casuale: le condizioni microclimatiche, innanzitutto, l’hanno individuata come sede migliore. Poi, in secondo luogo, il confronto con il gonfalone attribuito a un giovane Raffaello ha l’effetto di realizzare una sorta di “camera delle meraviglie”, dove lasciarsi andare a molte considerazioni. La prima valutazione è legata all’importanza di una rete di emergenza in situazioni come quella accaduta a Cantiano quasi due mesi fa, per salvaguardare e valorizzare i beni culturali. La seconda considerazione è relativa a quanto questo tondo sia stato – in realtà – poco studiato e analizzato.
Un capolavoro ancora da studiare
Tante sono le attribuzioni di quest’opera: la prima e la più ricordata nei documenti è quella a Perugino, o a un suo seguace come Eusebio da San Giorgio. Poi, ancora, alla bottega di Pintoricchio, ad aneliti raffaelleschi, oppure a una area forse più umbro-toscana. Resta la certezza che il Tondo di Cantiano, realizzato nei primi dieci anni del 1500, viene donato da Aurora Capizzucchi in Ruis, romana di famiglia altolocata, al canonico Antonio (De) Fabis, suo parente, probabilmente a inizio del Seicento, come recita una lapide commemorativa in Collegiata. Su come il Tondo sia arrivato a Cantiano, e perché, non si hanno certezze. Giordana Benazzi, in queste settimane, si sta dedicando a nuove valutazioni e a nuovi studi che potrebbero aprire scenari inaspettati: presto verranno annunciati in un articolo curato dalla storica dell’arte in collaborazione con l’Ufficio diocesano Beni culturali.
Il 15 dicembre la presentazione ufficiale
L’inaugurazione dell’esposizione Il Tondo di Cantiano dialoga con un giovane Raffaello – Attribuzioni a confronto si terrà giovedì 15 dicembre alle ore 12 nella chiesa di Santa Maria dei Laici. Saranno presenti il vescovo di Gubbio, Luciano Paolucci Bedini, la storica dell’arte Giordana Benazzi, Paolo Salciarini ed Elisa Polidori che guidano l’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici. Per informazioni: Polo museale diocesano di Gubbio, tel. 075 9220904, mail info@museogubbio.it, web www.museogubbio.it.