Crisi economica: anche in diocesi di Gubbio la grande “colletta” di solidarietà del 29 marzo

 

GUBBIO (27 marzo 2009) – Si terrà in tutte le chiese e luoghi di culto delle otto diocesi della regione, domenica 29 marzo, la V di Quaresima, la grande colletta per il “Fondo di solidarietà delle chiese umbre” a favore delle famiglie in difficoltà economica. Il progetto del “Fondo”, che sarà operativo per due anni, è voluto dai vescovi dell’Umbria ed è accolto e fatto proprio da diversi soggetti pubblici e privati. Gli stessi presuli sono certi che la generosità-solidarietà degli umbri non si limiterà alla sola giornata del 29 marzo.

Anche il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, si augura che dalla diocesi eugubina possano arrivare consistenti contributi sia nella colletta di domenica, sia nei prossimi mesi. Nelle parrocchie eugubine, come in tutte quelle umbre, sono stati distribuiti materiali cartacei che spiegano sia come far arrivare il proprio aiuto, sia come chiedere assistenza per i casi di necessità.

Informazioni dettagliate sulla colletta e sulle sue finalità sono consultabili su: www.chiesainumbria.it/colletta. Si può contribuire all’iniziativa anche effettuando un bonifico bancario sul conto corrente intestato a “Conferenza episcopale umbra – Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”, presso Carispo-Filiale di Perugia (via Martiri dei Lager, 74), Iban: IT 18 F 06315 03000 000000081040.

La raccolta continuerà per l’intero anno e tutti coloro che vogliono contribuire, anche dopo la grande colletta di domenica 29 marzo, possono versare la propria offerta mediante bonifico bancario.

L’opera comunicativa e di sensibilizzazione di questo progetto è stata già avviata da alcune settimane, grazie anche alla collaborazione dei media regionali (carta stampata, radio, tv e internet).

I beneficiari del “Fondo di solidarietà” saranno le famiglie con figli o in attesa di prole, con anziani e disabili gravi, monoreddito, con capofamiglia che abbia perduto il lavoro e non sia sufficientemente coperto da ammortizzatori sociali o non abbia un lavoro stabile.

Il “Fondo di solidarietà” ha una funzione integrativa alle iniziative sociali già esistenti (cioè non va a sostituirle) o che verranno attivate da altri soggetti istituzionali, i cui interventi saranno rivolti a diverse forme di aiuto: pagamento rata d’affitto, utenze primarie (acqua, luce, gas, riscaldamento) e acquisto di generi alimentari, medicinali, materiale igienico-sanitario per neonati, corredo e libri scolastici per bambini e ragazzi, fino a un massimo di 500 euro mensili per due anni.

Per accedere agli aiuti del “Fondo” basta contattare il proprio parroco o gli operatori-volontari della Caritas parrocchiale, oppure direttamente la Caritas diocesana di appartenenza, dove gli interessati saranno assistiti o indirizzati nel presentare la domanda di aiuto da inoltrare all’apposito Comitato regionale di gestione del “Fondo”.

Un ruolo importante sarà svolto anche dai patronati e dai centri di assistenza fiscale (es. Acli e sindacati) nel determinare le necessità ed i livelli di reddito familiare che necessitano di essere integrati dall’intervento del “Fondo”, oltre che per orientare e informare le famiglie sulle opportunità che la legislazione e le iniziative delle istituzioni nazionali e locali offrono per fronteggiare le situazioni di difficoltà economica.

Ecco di seguito il testo integrale della lettera che sarà letta domenica 29 marzo in tutte le chiese parrocchiali:

Carissimi fedeli,

la Chiesa umbra, sensibile alla Parola di Dio, raccoglie l’invito del Papa e chiama i cristiani a promuovere ogni utile strumento per alleviare i danni recati alle persone dalle difficoltà economiche che stiamo vivendo, particolarmente a quanti sono in situazione di fragilità. Chiede anche a tutti di cogliere questo difficile momento come occasione di riflessione, per generare nuove opportunità, per costruire relazioni vere fra le persone, con la consapevolezza che non si può vivere da soli e che l’interdipendenza è più dell’autosufficienza. Dalla crisi può venire una proposta educativa per la ricerca di uno stile di vita più sobrio e per imparare a consumare e investire più responsabilmente. Per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti, occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà. Si sente la necessità di mettere in discussione il modello economico che ha governato la globalizzazione e di individuare un nuovo sistema di regole che limiti l’esposizione al rischio e metta le fasce più povere della popolazione al riparo dai danni della speculazione e del liberismo incontrollato. Anche in Umbria sono forti gli effetti della crisi. Già l’8% delle famiglie umbre si trovava sotto la soglia di povertà all’ultima rilevazione. A maggior rischio sono quelle numerose, i nuclei formati da anziani, le donne sole, le famiglie monogenitoriali e le donne immigrate con figli, come pure chi ha disabili in casa. Inoltre, il nostro territorio è interessato da un forte calo del lavoro.

Gli Enti Pubblici stanno predisponendo provvedimenti per sostenere quei lavoratori privi delle tutele degli ammortizzatori sociali. Non è certo che tutta questa estesa area del precariato riesca ad essere coperta dalle provvidenze pubbliche.

Le nostre otto Diocesi si propongono di realizzare un gesto concreto, costituendo un fondo di sostegno alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, soprattutto dove vi sono bambini o dove stanno arrivando.

Il “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre” sarà incrementato dalle offerte dei fedeli, ad iniziare dalla grande colletta regionale promossa dalla Conferenza Episcopale per quest’oggi 29 Marzo, V domenica di Quaresima. Altre risorse, sia della Chiesa, sia di associazioni, imprese, istituti bancari ed enti privati si uniranno all’odierna raccolta per incrementare le risorse a favore dei più bisognosi. Gli interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà possono essere realizzati attraverso diverse forme: pagamento della rata d’affitto o del mutuo, sostegno alle spese scolastiche, valorizzazione del micro credito per l’aiuto alle piccole attività. Il Fondo non sostituisce le iniziative e gli interventi delle istituzioni, ma ha una funzione integrativa e di stimolo alla generosità di tutti.

Sotto l’egida della Caritas, un comitato regionale di gestione avrà il compito di amministrare le risorse del Fondo, individuando, insieme alle realtà locali, le situazioni da sostenere; favorendo le iniziative di carattere educativo e culturale e monitorando i bisogni e le situazioni di crisi lavorativa. A livello diocesano saranno costituite commissioni snelle ed operative per promuovere la concessione dei contributi.

Punto di forza del progetto sarà la capacità di radicarsi sul territorio, di costruire legami forti con le comunità locali.

I centri di ascolto della Caritas e i patronati delle associazioni saranno strumenti di accompagnamento, di informazione e orientamento.

Vogliamo che, con il presente appello dei Vescovi umbri, risuoni la promessa del Signore nel Santo Vangelo: “Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6, 38)”.

I Vescovi della Conferenza Episcopale Umbra