Arato porta in scena la vita di sant’Ubaldo; nuova Lettera pastorale di mons. Ceccobelli

 

GUBBIO (22 settembre 2011) – Sarà una speciale appendice dell’anno giubilare dedicato a sant’Ubaldo. Si tratta dello spettacolo teatrale di e con Renzo Arato, liberamente ispirato alla vita del patrono e protettore di Gubbio. “Una luce senza fine” racconta la vicenda terrena dell’amatissimo Vescovo eugubino, narrata attraverso le curiosità di un uomo di oggi, un attore, che lo interpella in una sorta di intervista mirata a raccogliere elementi per un futuro spettacolo.

Scorrono così, in un ritmo serrato, gli umori del popolo del tempo, i dubbi e lo sgomento che percorsero l’animo di “Ubaldino”, giovane di famiglia nobile e poi Vescovo, le cattiverie delle quali fu oggetto e i momenti di gioia, le forti tensioni politiche e la fermezza di Ubaldo nel difendere la sua città.

E su tutto, la dolcezza e la fede di un uomo che voleva solo diffondere Luce e che “non visse mai per se stesso” ma solo per le anime a lui affidate.

Il recital, scritto e interpretato dall’attore e regista Renzo Arato, sarà rappresentato in prima assoluta sabato 24 settembre, alle ore 21, nella Chiesa di San Domenico, per essere poi replicato domenica 25, sempre alle ore 21, nel teatro di Cantiano.

La Chiesa eugubina in questi giorni è anche impegnata con l’annuale Assemblea ecclesiale, che riunisce presso il seminario “Ubaldi” di via Perugina tutti i sacerdoti, diaconi, religiosi e laici impegnati nella vita pastorale delle parrocchie. L’incontro è dedicato in particolare all’approfondimento della questione educativa, letta alla luce degli Orientamenti pastorali che la Chiesa italiana ha delineato per il decennio 2010-2011, attraverso il documento “Educare alla vita buona del Vangelo”.

A questo tema fa riferimento anche la nuova Lettera pastorale, scritta dal vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, e in uscita proprio in questi giorni.

«Nella consapevolezza – scrive il Vescovo eugubino nella Lettera – che l’educazione è la sfida che ci coinvolge ora e nei prossimi anni – un’educazione capace di rispondere alla sete di verità e di amore che abita nel cuore dell’uomo – e nell’intento di promuovere nella nostra diocesi una forte proposta educativa, possiamo così sintetizzare l’impegno che ci attende in questo anno: “Educhiamoci alle relazioni alla scuola di Gesù”, privilegiando in particolare due suoi comportamenti, uno utile per le relazioni all’interno del nostro presbiterio ed uno per quelle tra i membri della comunità parrocchiale.

La “relazione” è proprio il dato esistenziale che identifica la persona (non l’individuo). E proprio perché persone identificate dalla “relazione di comunione” data dal battesimo, si entra a far parte, e si è parte, della Chiesa. È l’insegnamento di Gesù, il suo dono di redenzione, che ci salva da un destino di individui senza personalità, inespressivi, soli».

Sono due, in sostanza, le indicazioni pastorali che mons. Ceccobelli mette all’attenzione delle parrocchie diocesane per far crescere le relazioni interpersonali.

«In questo anno pastorale – scrive il Vescovo – esorto i parroci e tutte le comunità parrocchiali a istituire, dove ancora non esiste, il gruppo liturgico, che promuova la lectio settimanale sulle letture della domenica, già raccomandata nella lettera dello scorso anno. Sarà questa la scuola delle relazioni di cui Gesù è il maestro.

Ai parroci e alle comunità parrocchiali rinnovo l’invito a continuare o a stabilire una giornata di adorazione eucaristica almeno ogni mese. Sarà l’esperienza più efficace per imparare da Gesù i modi per relazionarci al Padre come figli e tra di noi come fratelli della stessa famiglia».