GUBBIO (23 aprile 2011) – “Carissimi, la nostra processione con il simulacro di Gesù morto è sempre un’ esperienza carica di emozioni, che ci ricollega alla fede dei nostri padri, meritevoli di lode e gratitudine per averla iniziata e arricchita nel corso degli anni”.
Come tradizione, il Vescovo di Gubbio prende la parola al termine della Processione del Cristo Morto, che ieri sera ha illuminato le vie del centro storico eugubino coi bagliori delle fiaccole e dei fuochi, mentre gli echi dei cantori hanno risuonato fino a tarda sera.
“Quest’anno – ha continuato mons. Mario Ceccobelli nella Chiesa di San Domenico, al termine della Processione – abbiamo aggiunto per la prima volta il coro delle donne, velate di nero, che ha fatto eco a quello degli uomini: voci solenni e gemiti di preghiera, che intercalandosi hanno suscitato, nella commossa atmosfera, sentimenti di vera pietà e devozione.
Tra i simboli portati in processione – ha continuato il Vescovo – ci sono anche la brocca con l’acqua e l’asciugamano, che ricordano il gesto di Pilato dinanzi a Gesù. Quell’acqua è il segno dell’indifferenza del procuratore romano di fronte all’uomo ingiustamente messo a morte.
Anche oggi ci sono imitatori di Pilato. Questo avviene ogni volta che un innocente è condannato da prevaricatori senza scrupoli nell’indifferenza di coloro che potrebbero o che dovrebbero intervenire.
Una straordinaria eccezione è stato il ministro pakistano, ucciso per aver difeso degli incolpevoli condannati. Il due marzo scorso, è stato assassinato Shahbaz Bhatti di anni 42, perché cercava di modificare la legge sulla blasfemia. Egli, cosciente del pericolo che stava correndo, qualche tempo prima aveva scritto:
«Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia.
Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri».
Questo straordinario esempio – ha commentato mons. Ceccobelli – ci aiuti a vivere la nostra Pasqua con lo sguardo rivolto a Gesù, che ci ha amato fino a dare la vita per noi, ma che, vincitore della morte e risorto, ci offre la possibilità, anzi la certezza, che è propria della vera speranza, di risorgere con lui. Buona e santa Pasqua a tutti voi”.
Il Vescovo presiede stasera in cattedrale – inizio alle ore 22,30 – l’unica veglia pasquale celebrata a Gubbio, che si compone dei momenti del lucernario, la liturgia della Parola, quella battesimale e, infine, la liturgia eucaristica. Domani, Domenica di Pasqua, sempre in cattedrale mons. Ceccobelli celebra la messa solenne che ricorda la Resurrezione di Gesù Cristo, con inizio alle ore 11,15.
Nel giorno di “Pasquetta”, il Lunedì dell’Angelo, il Vescovo sarà a Umbertide, dove celebrerà alle ore 10 in piazza XXV Aprile una liturgia per l’anniversario del bombardamento della cittadina e, insieme, la Pasqua dello sportivo.