Ceccobelli sulla Processione del Cristo Morto: “Riscopriamo l’identità di un Uomo non comune”

 

GUBBIO (6 aprile 2012) – Pensando di fare cosa gradita, vi inviamo il testo dell’omelia che il Vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, pronuncerà in serata, quasi al termine della Processione del Cristo Morto che caratterizza il Venerdì Santo nella diocesi e nella città di Gubbio. Vi ricordo che il testo che segue è da considerarsi SOTTO EMBARGO fino al momento del pronunciamento, che avverrà di sicuro dopo le ore 21 di stasera. Mi raccomando, quindi, di evitare la divulgazione prima, utilizzando il testo solo per poter confezionare articoli e resoconti giornalistici destinati di fatto alla giornata di domani.

Ci preme anche farvi sapere che la Processione del Cristo Morto di Gubbio e La Turba di Cantiano hanno ispirato un servizio televisivo trasmesso martedì scorso da Tv 2000, l’emittente digitale terrestre e satellitare della Chiesa italiana. Il servizio, della durata di quasi cinque minuti, è stato trasmesso nel corso della puntata pasquale di “Itinera”, magazine televisivo settimanale interamente prodotto per l’emittente cattolica dall’agenzia Press News di Gubbio.

E’ possibile approfondire quest’ultimo aspetto e rivedere il servizio trasmesso da Tv 2000, cliccando QUI.

Colgo l’occasione, infine, per augurare a tutti i colleghi la più cordiale e sincera Buona Pasqua da parte dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Gubbio.

TESTO INTEGRALE DELL’OMELIA DI MONS. MARIO CECCOBELLI

Carissimi,

si ripete ogni anno la suggestiva Processione del Cristo morto che, in forme diverse, coinvolge non solo la città di Gubbio ma anche l’intera diocesi.

In contemporanea con noi, infatti, la comunità di Cantiano vive la sacra rappresentazione chiamata La Turba.

Queste manifestazioni sono sorte dalla devozione del popolo cristiano, che ha voluto vedere rappresentata dal vivo la Passione e la morte del Signore.

Oggi, con le nuove tecnologie, disponiamo di altri strumenti per esaudire questo desiderio. In questa settimana molte emittenti televisive hanno offerto films sulla vicenda di Gesù di Nazareth, morto e risorto.

La statua di Gesù morto, gelosamente custodita dalla Confraternita e venerata dai fedeli nella Chiesa di Santa Croce, è portata in processione per le vie della nostra città, ferita da lacerazioni dolorose, insieme alla statua della Madonna e ai simboli della passione.

Il lungo scorrere della processione per le vie della città è scandito dal canto commovente dei cori del Miserere e dalla silenziosa meditazione del popolo.

Cari fratelli, sento fortemente il mio dovere di vescovo di aiutarvi a riscoprire l’identità del protagonista della manifestazione.

L’uomo, segnato dalla violenta passione e dalla struggente morte in Croce, la peggiore eseguita in quel tempo, non è un uomo qualsiasi.

Quell’uomo, nato da Maria di Nazaret, e in tutto uguale a noi, era anche Figlio di Dio. Nella preghiera della visita pastorale avevo scritto “Sei venuto a condividere la nostra vita terrena e usando le nostre parole e i nostri gesti ci hai parlato del Padre tuo. Ci hai rivelato che è anche Padre nostro, che ci ama e ci attende nel suo Regno per farci partecipare alla sua gloria”.

Proprio per farci entrare nel suo Regno Gesù è venuto a sconfiggere il nostro nemico, la morte, perché solo Lui era capace di attraversare il suo cupo territorio ed uscirne vincitore.

Sulla breccia da Lui aperta potranno passare tutti coloro che lo seguiranno riconoscendolo il Maestro e il Signore.

L’arma usata da Gesù per sconfiggere la morte è una soltanto: l’amore. La sua morte atroce sulla croce ne è la prova più evidente.

Su questa Gesù ha puntato, infatti aveva detto: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32) e l’evangelista Giovanni, per rendere più chiara l’espressione, commenta: «Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire» (Gv 12,33).

Cari fratelli, voglio proprio sperare che la vostra presenza così numerosa e così coinvolta nella sacra rappresentazione sia provocata dall’attrazione che Gesù esercita ancora su di noi.

Vi do appuntamento a domani sera per vivere la memoria liturgica della Risurrezione e contemplare la vittoria dell’amore sull’odio; per gustare l’anticipo di quella gioia che piena vivremo nel Regno dove Gesù ha preparato un posto per ogni uomo che risponderà al suo amore.

+ Mario Ceccobelli

Vescovo di Gubbio