Lo spazio dello stemma è diviso in due aree da un linea trasversale di color oro – arancio. Questa linea è segno della Via, cioè Cristo, il cui colore ne simboleggia la regalità. Con essa entrano in contatto tutti gli elementi dello stemma, perché tutto è ricapitolato in Cristo”. Le due aree che la Via delimita sono la terra e il cielo, simboleggiati dai colori marrone – rossiccio e blu, che richiamano a loro volta il mistero dell’umanità e della divinità di Cristo entrato nella storia degli uomini. Nell’area inferiore troviamo in primo piano la torre, simbolo di Marsciano e segno di appartenenza, richiamo ad una memoria e ad una storia che hanno generato alla vita e alla fede il nuovo vescovo.
Il segno della torre richiama anche il passo evangelico di Lc 14,28-30 e dunque la necessità di porre solide radici al servizio che si sta per intraprendere. Al centro dello stemma, posti tra terra e cielo, i due santi Ubaldo e Francesco. La loro immagine è avvolta dalla luce per la loro conformità a Cristo S. Ubaldo ha le insegne episcopali ( mitria e pastorale) e lo caratterizza, oltre alla città che tiene tra le braccia, lo sguardo “mite e festevole” del pastore che guida con dolcezza e saggezza il suo gregge. S. Francesco invece ha come connotato principale il lupo, che richiama il famoso episodio del lupo di Gubbio. Le sue braccia sono distese tra il cielo e la terra e questo lo significa come “prototipo” dell’uomo ( così lo descrivono gli antichi), l’unica creatura che può tenere le braccia in questa posizione, perché unico che può vivere s questa terra con il cuore ce ispira al cielo di Dio, perché impronta di Lui, presente nella storia. Si stagliano nel cielo i tre ceri, simbolo di Gubbio, sede episcopale del vescovo. Seguono anch’essi la Via, in salita ( come di solito avviene nella famosa corsa dei ceri). Il loro dinamismo richiama il senso della corsa, esprimendo così l’augurio perché il popolo di Dio che è in Gubbio “corra con perseveranza nella corsa che gli sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede”.
La scritta “Venga il tuo regno”, motto episcopale di don Mario, è il grido che sale dalla terra, da tutti gli uomini di buona volontà; l’anelito della storia e dei santi; il desiderio di chi core e di chi comincia un cammino, perché ancora oggi il Cielo si renda presente sulla terra!