Dopo la lunga “attesa” imposta dall’emergenza pandemica, durata due anni, domenica primo maggio il popolo eugubino, apparso unito e coeso come non mai, ha ritrovato la tradizione di salire sul monte Ingino per riportare i Ceri di sant’Ubaldo, san Giorgio e sant’Antonio, custoditi all’interno della basilica dedicata al Santo patrono, nella loro dimora all’interno della “città di pietra”: l’immensa sala dell’Arengo di palazzo dei Consoli.
Tantissimi i ceraioli e i fedeli che hanno partecipato alla messa celebrata dal cappellano della festa dei Ceri, don Mirko Orsini, anch’egli emozionato per l’entusiasmo e la gioia che animava il fiume di folla presente. Una festa quella che gli eugubini torneranno a vivere il prossimo 15 maggio, di cui ormai è nota l’origine secolare. Nasce, infatti, alla vigilia della morte di sant’Ubaldo, patrono e protettore della città di Gubbio, anche se affonda parte delle sue radici nei riti propiziatori pre-cristiani e in particolare nella civiltà degli antichi Umbri.
“Fate bene questa festa dei Ceri per tornare a me, sembra dirci oggi sant’Ubaldo – ha detto don Orsini nella sua omelia – e che sia una festa nuova, da risorti e in onore del patrono. Cioè da vivere nella gioia e nel rispetto. Abbiamo grandi responsabilità: prima fra tutte di tramandare la festa dei Ceri grandi, ma anche quelle dei Ceri mezzani e dei Ceri piccoli, perché ci sono ragazzi e bambini che non la vivono da tempo e, i più piccoli, non sanno nemmeno cosa sia questa tradizione in onore di sant’Ubaldo”.
Al termine della celebrazione in basilica, un “fiume” di eugubini ha riportato le tre macchine lignee – ottocentesche quelle che corrono oggi – lungo gli “stradoni” del monte fino alle mura cittadine. Al gruppo dei tamburini partito dalla basilica, si è aggiunta la banda comunale cittadina e i tre Ceri hanno sfilato per le vie e le piazze del centro storico, seguendo al contrario il percorso che faranno nella corsa del 15 maggio, fino a giungere in piazza Grande.
Anche la Chiesa eugubina si prepara a entrare nel vivo della festa, con il consueto fitto calendario di celebrazioni in onore di sant’Ubaldo. Si inizia il 7 maggio con la novena di preghiera, in programma alle ore 21 in Cattedrale, che terminerà il 12 maggio, con l’omaggio dei giovani al patrono. Il 13 e 14 maggio, alle ore 18.30, la novena continua nella chiesa di San Francesco della Pace, detta dei Muratori.
Il 15 maggio, giorno della festa, alle ore 16.15, sempre in Cattedrale, si terranno i primi vespri di preghiera, e alle ore 16.45, uscirà la processione con la statua di sant’Ubaldo, che si concluderà in cima alla calata dei Neri, dove seguirà la benedizione dei Ceri da parte del vescovo Luciano Paolucci Bedini. Alle ore 21, l’ultimo momento della novena, nella chiesa dei Muratori. Il 16 maggio, giorno in cui ricorre la morte di sant’Ubaldo, alle ore 11.15, il vescovo Paolucci Bedini presiederà la messa pontificale. Nel pomeriggio, alle ore 17, il Vescovo presiederà anche la celebrazione dalla Basilica del monte Ingino.