GUBBIO (16 marzo 2010) – Un ciclo di incontri che aiutino a leggere in parallelo gli elementi e i criteri che fanno autentica una festa, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo del mondo si celebri, e la Festa dei Ceri di Gubbio. E’ questo l’obiettivo del progetto “La festa nella Festa dei Ceri” organizzato e promosso dalla Famiglia dei Santubaldari e presentato stamattina proprio nella Taverna dei ceraioli di sant’Ubaldo.
Accanto al presidente della Famiglia ceraiola, Ubaldo Minelli, c’erano vari rappresentanti del comitato istituito per il programma degli eventi dell’anno giubilare indetto dalla diocesi di Gubbio per ricordare gli 850 anni dalla morte del vescovo e patrono Ubaldo Baldassini. Minelli ha ricordato le motivazioni che hanno spinto la Famiglia dei Santubaldari a realizzare il progetto di un ciclo di incontri di approfondimento culturale.
«Da qualche anno – ha spiegato il presidente – si respira un’aria di paura, come se la nostra generazione non fosse in grado di traghettare, in maniera positiva, la Festa dei Ceri alle nuove generazioni. C’è come un appiattimento sulla “corsa” e sulla “brocca” e un ricorso eccessivo alle “feste”, nel periodo precedente la Festa, che rischia di svuotare gli animi piuttosto che caricarli, mancando il più delle volte, in quelle occasioni, il momento della parola. C’è un legittimo orgoglio nel sentire che la nostra Festa può diventare patrimonio Unesco e può essere molto arricchente, per noi eugubini, conoscere le ragioni di questo eventuale riconoscimento, i valori che questo prestigioso Istituto vi trova. E’ in corso – ha detto infine Ubaldo Minelli – una accesa polemica riguardo l’inserimento della Festa dei Ceri nell’ambito di operatività della legge regionale n. 16 del 2009, che intende disciplinare e regolamentare le manifestazioni storiche dell’Umbria. Sicuramente c’è bisogno di riconoscere, oltre il fatto che la nostra Festa ha secoli di ininterrotta celebrazione, anche tante altre caratteristiche che la rendono unica ed autentica».
Gli incontri tematici previsti dal progetto sono sette. Si comincia venerdì 19 marzo, ore 21, presso il Centro servizi “Santo Spirito”, con il prof. Piergiorgio Giacchè, docente di antropologia culturale all’Università di Perugia, che parlerà del tema “La festa nella cultura dei popoli”. Seguiranno gli altri incontri: “La Festa celebrazione della vita e del mistero che la sostiene”, con la relazione affidata al card. Ennio Antonelli (aprile 2010), “La tradizione, i riti” (settembre 2010), “La memoria, il tempo, la contemporaneità” (ottobre 2010), “L’universalità e la gratuità” (febbraio 2011), “La libertà, il popolo protagonista” (marzo 2011) e “La spiritualità della Festa” (aprile 2011).
«Pensavamo a una idea per nutrire l’anima e lo spirito dei ceraioli sulla festa e sul nostro patrono – spiega don Armando Minelli, cappellano della Famiglia dei Santubaldari – e non si tratta di studiare ancora la Festa dei Ceri, ma di ‘leggere’ questo nostro evento alla luce di quelle che sono in generale le feste e le tradizioni dell’uomo: mi interessa capire se la nostra ha ancora i criteri dell’autenticità, altrimenti rischiamo di svuotarla di tutta la sua ricchezza e completezza».
Alla presentazione del progetto sono intervenuti anche don Mirko Orsini, segretario del comitato organizzatore delle iniziative per l’anno giubilare ubaldiano, l’assessore comunale Lucio Panfili, il presidente dell’Università dei muratori e scalpellini, Aleandro Alunno, il presidente della Famiglia dei Sangiorgiari, Enzo Panfili, il vicepresidente dell’associazione “Maggio Eugubino”, Cesare Fausto Ragni, e il vicepresidente della Famiglia dei Santubaldari, Carlo Nardelli.
Tutti concordi nel sostenere che la Festa dei Ceri stia cambiando da qualche anno e che – per far fronte a forme di degenerazione della centenaria tradizione eugubina – sia necessario ripartire dai valori fondanti, religiosi e laici, di questa straordinaria esperienza che si ripete in città da otto secoli e mezzo.