Anche in tempo di pandemia, si alzano al Cielo l’omaggio e la devozione dei fedeli della Chiesa eugubina all’Immacolata Concezione. Nella solennità dell’8 dicembre, al mattino la celebrazione nella collegiata di Umbertide, dedicata a Santa Maria della Reggia, e nel pomeriggio quella solenne nella chiesa di San Francesco a Gubbio, hanno richiamato i devoti, anche se con numeri contingentati dalle indicazioni per il contenimento del contagio da coronavirus. E proprio sul difficile momento storico e sull’aiuto che arriva da Maria si è concentrata la riflessione del vescovo Luciano Paolucci Bedini.
“La materna tenerezza di Maria – ha detto il Vescovo nell’omelia della celebrazione eugubina – possa entrare in questo tempo in ogni casa, in ogni famiglia. Specie dove si sta vivendo fatica e malattia, dove sembra venir meno la speranza. Oggi questo segno luminoso della maternità di Maria è simbolo luminoso di fiducia e speranza. Il suo volto, la sua presenza e la sua intercessione ci donano la fede che ci aiuta ad attraversare la tempesta e la tribolazione”. Nella chiesa francescana di Gubbio, l’Immacolata Concezione viene venerata come compatrona della città. Per questo erano presenti alla celebrazione anche il sindaco Filippo Stirati, accompagnato dal gonfalone cittadino, e le autorità cittadine. “Dio ha scelto Maria come madre di Cristo – ha continuato il vescovo Luciano – quando nel mondo imperversava un morbo terribile, il peccato originale che ha scosso nelle fondamenta la relazione tra Dio e le sue creature. Non ha risparmiato nessuno. Un virus violento ha travolto l’umanità come pandemia e noi ne siamo usciti feriti e indeboliti nella nostra capacità di fidarci del Signore. Quel virus è ancora in giro e continua a tentare con la menzogna profonda ogni cuore umano, illudendoci che non siamo creature umane ma che siamo come Dio”.
Ed ecco, allora, l’importanza del “sì” della Vergine Maria. “Dio sceglie Maria, turbando la sua vita e sconvolgendola. Come ci dice il Vangelo, Maria pur turbata non teme di dire ‘eccomi, sono la serva del Signore, avvenga come tu hai detto per me’”.
Infine, la riflessione conclusiva di mons. Paolucci Bedini che ha riportato i fedeli ai giorni nostri. “La vita che viviamo oggi ha detto – non è abbandonata a se stessa, non siamo soli in questo cammino e in questo momento. Siamo scelti da tempo come figli amati e siamo già predisposti all’eredità di vita eterna che Dio ha preparato per noi. Queste due dimensioni sono come un abbraccio che, con speranza e fiducia, ci fa vivere in ogni epoca. Con questa solennità dell’Immacolata, Dio ci ripete questo e ci dice che siamo accompagnati in questa custodia dall’intercessione di Maria”.