Un patrimonio di fede, storia, cultura, arte e architettura che pian piano viene recuperato e restituito alle comunità e al territorio. È quello della Chiesa eugubina che – proprio in questi anni – continua nell’opera di tutela e salvaguardia degli edifici di culto. Nel gennaio scorso, il vescovo Luciano Paolucci Bedini aveva già fatto il punto su un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono circa otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture diocesane.
I cantieri già conclusi
Nell’elenco dei cantieri portati a termine negli ultimi anni c’erano già la chiesa di San Bernardino a Umbertide, quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, la cattedrale eugubina dei Santi Mariano e Giacomo, la chiesa di Madonna del Prato. Il restauro di quest’ultimo gioiello barocco è stato raccontato anche nella raccolta 2020 delle opere finanziate con i fondi 8xMille, come esempio di capolavoro ritrovato grazie ai finanziamenti erogati dalla Chiesa italiana.
Le ultime chiese riaperte dopo i restauri
L’anno 2021 ha fatto riscoprire molti altri edifici ecclesiali e parrocchiali, che da sempre rappresentano un punto di riferimento per le comunità locali. Come la chiesa di Santa Croce della Foce, riaperta nel luglio scorso dopo i lunghi restauri realizzati grazie all’impegno della Confraternita che la custodisce, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Mibact, per mezzo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria.
Nel luglio scorso è stata riaperta la chiesa di San Michele Arcangelo a Carbonesca, grazie al contributo della Conferenza episcopale italiana per l’edilizia di culto. Il restauro e il risanamento conservativo hanno riguardato il manto di copertura, il consolidamento murario e degli arconi, della facciata a sud e del campanile, la nuova copertura in legno, il ripristino degli intonaci, la tinteggiatura interna ed esterna.
Nel mese di giugno, era stata riaperta la chiesa di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi, dopo il recupero che aveva interessato le fondazioni, il consolidamento della sagrestia e delle mura lesionate, la zona absidale.
Riaperta dopo l’estate la chiesa di San Giovanni Battista a Loreto di Gubbio, dopo gli interventi di restauro e risanamento conservativo che hanno riguardato la copertura, il consolidamento della volta, il consolidamento del campanile, quello dell’arco tra aula e presbiterio, la bonifica delle murature da umidità, le pareti esterne, la pulitura, il consolidamento e il fissaggio degli affreschi e delle decorazioni a stucco. Un intervento da completare nei prossimi mesi con un restauro completo degli interni e degli impianti.
Pieno recupero – e riapertura i primi di ottobre scorso – per la chiesa di San Clemente a Nogna, nella parrocchia di San Benedetto Vecchio. Anche in questo caso, i lavori hanno interessato la copertura, le fondazioni, intonaci interni e tinteggiature.
I prossimi progetti
Ci sono poi altri progetti che a breve apriranno i cantieri. Come il centro pastorale di San Giovanni Battista a Cantiano, il nuovo centro pastorale della parrocchia di Madonna del Prato, il restauro e risanamento conservativo del Palazzo dei Canonici, nel complesso della Cattedrale di Gubbio.
Lo staff per la progettazione
Nei vari interventi, la diocesi di Gubbio è stata stazione appaltante tramite l’Ufficio di curia per l’edilizia di culto. La progettazione è stata realizzata in collaborazione con l’architetto Francesco Raschi, che ha seguito anche la direzione lavori, e con gli architetti Katia Billai ed Eleonora Minelli, e l’ingegnere Gianluca Bei.
I finanziamenti utilizzati
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie. È di questi giorni una circolare del Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, che invita le diocesi, come enti attuatori, ad aggiornare eventuali aggravamenti agli edifici di culto già inseriti nel programma delle opere da finanziare, dando priorità agli interventi che prevedono un grado di progettazione avanzata. La diocesi di Gubbio è in attesa dei finanziamenti per la ricostruzione e il restauro di trenta edifici di culto.