L’omelia di mons. Ceccobelli per la professione perpetua di suor Francesca

 

GUBBIO (10 luglio 2010) – Dopo la professione temporanea, nell’agosto 2009, di suor Agnese tra le Sorelle del piccolo testamento di san Francesco, la Fraternità femminile ha portato a maturazione il cammino di Serena Chiarella, che stamattina – nella Cattedrale di Gubbio – ha compiuto la sua professione perpetua.

Trentunenne, originaria di Latiano nel brindisino, Serena è a Gubbio da sette anni e porta il nome di suor Francesca di Gesù povero. Insieme a suor Daniela Cancilla, la “calciatrice” in abito religioso, volle piantare nella diocesi eugubina il seme di una nuova esperienza femminile di vita consacrata, ispirata alla spiritualità francescana, ottenendo nel 2006 dal vescovo mons. Mario Ceccobelli il riconoscimento dell’autorità ecclesiastica locale.

Ecco il testo integrale dell’omelia pronunciata proprio dal Vescovo stamattina alla celebrazione in Cattedrale:

Carissimi, in questa nostra splendida Cattedrale abbiamo già vissuto momenti di profonda comunione ecclesiale e solenni liturgie che ci hanno fatto pregustare con lo spirito le gioie del Regno e l’intima comunione con il nostro Signore risorto e vivente in mezzo a noi.

Oggi suor Francesca ci ha invitati a condividere un traguardo, forse il più importante della sua esistenza terrena. Grazie a lei possiamo partecipare intensamente a una nuova esperienza di vita con il Risorto e possiamo anche già contemplare quei nuovi cieli e quella nuova terra che saranno gli orizzonti del mondo a venire, dove non vi sarà più né lutto né lamento, né uomo né donna, ma tutto sarà nuovo, nel mistero meraviglioso che ancora, nelle nostre limitate capacità, non possiamo comprendere.

Ma Francesca ha invece ben compreso che il Signore l’aveva chiamata, fin dal seno materno, ad una vocazione speciale, ad un rapporto intimo con Lui.

E allora non ha esitato, ha risposto, come il profeta Isaia, “eccomi, manda me”.

Ma dove ti manda il Signore, Francesca? Per le vie della nostra città, per le vie della nostra diocesi, per le vie del mondo intero a dire, a raccontare a testimoniare l’amore del Signore. Un amore che hai scoperto riversato nel tuo cuore, un amore così grande e così coinvolgente che ti ha conquistata totalmente, tanto che non puoi più vivere senza di Lui.

Poco fa hai dichiarato pubblicamente: “Chiedo di seguire le orme di nostro Signore Gesù Cristo e di essere accolta definitivamente in questa Fraternità per professare fino alla morte la vita e la Regola di San Francesco”.

Anche l’apostolo Giovanni, che aveva provato la profonda esperienza dell’amore soprannaturale, la racconta nella seconda lettura: “l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio”.

È questa esperienza così unica e sconvolgente che ha spinto tante anime a consacrarsi al Signore con i voti, che ha sollecitato e continua a spingere i presbiteri, i religiosi e le religiose a spendere tutta la loro vita nella testimonianza dell’amore e nel servizio al popolo di Dio, rinunciando a legami affettivi legittimi, ad una propria famiglia.

Da oggi, cara Francesca, con la professione solenne dei voti, sarai la sposa del Signore. Egli ti manda in questo nostro mondo sempre più sedotto dalle ambizioni di potere e dalle illusioni del piacere, prigioniero delle ingannevoli lusinghe e della sete di denaro, a testimoniare con il tuo impegno, con i tuoi rapporti con i fratelli, con il tuo sorriso, con il tuo vivere in letizia, che la gioia promessa è già qui: per tutti.

Tu hai scelto di seguire la Regola di Francesco: il povero, o meglio il vero ricco, che anche nelle più aspre difficoltà ha saputo conservare la “perfetta letizia”, quello stato di grazia che è proprio di chi sa di appartenere all’eternità ed è capace di scorgerne il riflesso anche nel miracolo di ogni giorno, nelle perfezioni della creazione, trascurate dagli occhi distratti.

Basta restare in sintonia con Gesù, vivendo nell’essenza la sua parola, per poter già percepire la bellezza e la pace che ci attende, l’ultimo approdo dell’umanità. Con la sua morte e risurrezione Gesù ci ha aperto il passaggio verso un’altra dimensione di vita, che tu, con la professione dei voti, già rendi visibile.

Questa tua testimonianza, insieme a quella degli altri fratelli che formano la comunità dei credenti, è il dono più grande che si possa fare agli uomini che non hanno ancora aperto il cuore all’amore del Signore e che cercano, con angoscia, il senso della vita e della morte.

Cara Francesca, non posso e non devo tacere i pericoli ai quali andrai incontro. È Gesù stesso che nel Vangelo ora proclamato ci mette in guardia: “… non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna”.

Preparati al combattimento per difendere la tua fedeltà allo sposo. I pericoli arriveranno da tutte le parti, anche da quelle insospettate. La solitudine, gli sgomenti, i dubbi, le delusioni, le aridità sono insidie da mettere in conto.

Sii vigilante come le vergini che attendevano lo sposo con le lampade accese e con la scorta di olio nei vasetti. Non lasciarti intimorire e non scoraggiarti. Ricorda e fai tue le parole del Salmo: “Tu mi hai preso per la destra: mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria” (Sal 73, 23-24).

Alimenta la tua forza e l’amore con la preghiera fervorosa, con la meditazione frequente della Parola del Signore, con la correzione fraterna e con la fedeltà ai voti che oggi emetti in forma solenne e perpetua.

La Vergine Maria, modello di fedeltà, ti sia mediatrice di grazia insieme a Francesco e Ubaldo, santi tanto cari al nostro popolo e sempre invocati con salda fiducia.

+ Mario Ceccobelli