L’oratorio Don Bosco in festa per i 10 anni Un convegno rilancia la sfida educativa

 

GUBBIO (17 ottobre 2012) – Una fine settimana di festeggiamenti quella del 20 e 21 ottobre per salutare il traguardo dei dieci anni dell’Oratorio di via Massarelli. Sabato è in programma il convegno “Educare: emergenza e speranza” (ore 17, sala ex Refettorio San Pietro), con don Nicolò Anselmi del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della Cei e Carlo Nanni, rettore della pontificia università Salesiana, mentre domenica pomeriggio è festa in oratorio aperta a tutti.

Era il 20 ottobre 2002 e a Gubbio partiva un’esperienza pionieristica per il territorio regionale e per la chiesa eugubina, l’oratorio Don Bosco. Uno spazio aperto e accogliente, un luogo vivo destinato a giovani dai 14 ai 19 anni che fosse ponte tra strada e chiesa, nato per colmare il vuoto lasciato dalla partenza delle suore salesiane. Nel giro di dieci anni, l’oratorio Don Bosco è diventato il fulcro centrale delle attività di una comunità di giovani e giovanissimi, e di un gruppo di famiglie coinvolte nel progetto “Un Oratorio a dimensione familiare”.

La storia

Gubbio, così come l’Umbria, non ha una tradizione molto radicata di oratorio. L’oratorio Don Bosco di Gubbio è (ri)nato 10 anni fa, in una ex casa/oratorio delle suore salesiane, che si sono trovate nell’impossibilità di continuare il proprio lavoro a Gubbio proprio nel 2002.

La loro partenza lasciava un gran vuoto in città (erano molto attive nell’educazione dei più piccoli) ed il vescovo, mons. Pietro Bottaccioli, ha voluto raccogliere la loro eredità dando in mano ad un gruppo di giovani animatori, coordinati da un direttore laico e da un sacerdote, la creazione del nuovo oratorio Don Bosco.

Il compito che era stato (ed è tuttora) loro affidato era creare ed offrire ai giovani uno spazio aperto, rivolto soprattutto a ragazzi tra i 14 e i 19 anni, che fosse ponte tra strada e chiesa; una piazza dove la chiesa potesse incontrare tutti i ragazzi, in modo particolare quei giovani che, dopo aver ricevuto il sacramento della Confermazione, scappano via a gambe levate dalle parrocchie.

L’idea

Ecco allora l’idea di un luogo molto aperto, con una chiara identità cristiana, caratterizzata dalla presenza di una comunità di giovani animatori che cercano di vivere e testimoniare la pienezza e la bellezza della vita cristiana, in cui l’obiettivo principale sia quello di far esprimere ai ragazzi i propri talenti, senza chiedere direttamente niente in cambio, senza “ricatti” del tipo “vieni a giocare, a suonare….. poi andiamo a messa”.

Il progetto di oratorio è partito dalla consapevolezza dell’estremo bisogno di spazi liberi di espressione, luoghi vivi, in cui i ragazzi potessero trovare (ed imparare a contare su di) un tessuto di relazioni, di buone relazioni. Nelle nostre intenzioni, dunque, era (ed è) chiara la volontà di aprire uno spazio libero, un luogo di creatività e di espressione, dove ognuno potesse trovare disponibilità e ascolto, fiducia e possibilità concreta di esprimere ciò che ha dentro (nella musica, nello sport, nel teatro …).

Era necessario partire dalla consapevolezza di dover smentire nell’immaginario dei giovani (nella cultura giovanile, potremmo dire…) l’idea di una chiesa grigia e lontana, noiosa. Avendo vissuto in tanti una esperienza di una chiesa viva e di un cammino di fede vero e coinvolgente, ci siamo detti di non poter non comunicare all’esterno questa ricchezza e questa bellezza. Oggi il nostro oratorio, dunque, ha ancora l’obiettivo di incarnare la piazza, un luogo molto aperto, con una chiara identità cristiana, che non viene nascosta ma neanche imposta.

Nel corso degli anni, poi, le attività si sono mano a mano ampliate, fino ad arrivare a coinvolgere sempre maggiori fasce di età. Oggi il nostro oratorio mira ad essere luogo permanente di formazione, per il fatto di offrire occasioni educative ai bambini (fin dai tre anni), ai giovani e agli adulti.

Tutto questo oggi è reso possibile da una particolarità dell’esperienza eugubina.

La nuova dimensione

Il nostro oratorio, infatti, dal giugno 2009, con l’avvio del progetto “Un Oratorio a dimensione familiare” approvato dal vescovo mons. Mario Ceccobelli, è abitato da famiglie che dedicano ciascuna cinque mesi della loro vita alla gestione dell’oratorio e dunque all’accoglienza dei giovani.

L’apertura degli spazi e la continuità delle attività è garantita dalla presenza contemporanea di due famiglie, che convivono negli spazi dell’oratorio per un periodo limitato, permettendo, di fatto, che continui a rimanere vivo e ad alimentarsi ulteriormente il tessuto di relazioni che informa il nostro oratorio. Abbiamo sempre creduto, infatti, che fosse necessario, prima di pensare e preparare attività, creare e rendere visibile una comunità cristiana, che annuncia e testimonia il Vangelo con gioia e perseveranza. Ad oggi, ben 13 famiglie della nostra diocesi hanno scelto di trascorrere i loro cinque mesi di permanenza in oratorio.

A partire dal mese di novembre, infine, l’oratorio di Via Massarelli sarà interessato da un importante lavoro di ristrutturazione, finanziato dalla CEI con i fondi dell’8 per mille, per rendere i locali e gli spazi esterni ancora più accoglienti ed efficienti. Durante i lavori, le attività dell’oratorio si svolgeranno presso i locali della parrocchia di San Domenico a San Martino, per poi riprendere prima dell’estate negli spazi di Via Massarelli.