Come può l’arte farsi linguaggio della fede? Come può un’immagine – una porta, un volto, un gesto – raccontare il mistero di Dio meglio di mille parole? Da queste domande è nato l’incontro “Io sono la porta. Speranza e salvezza fra Bibbia e arte”, che domenica 23 novembre ha riunito nella Basilica di Sant’Ubaldo numerosi fedeli e operatori pastorali della Diocesi. L’appuntamento, promosso dagli Uffici diocesani liturgico, catechistico e per la cultura, ha avuto come relatrice suor Maria Gloria Riva, badessa delle Adoratrici perpetue del SS. Sacramento, teologa e profonda interprete dell’arte sacra.
Il dialogo tra arte e rivelazione
Suor Maria Gloria ha recentemente tenuto una meditazione nell’Aula Paolo VI in Vaticano in occasione del Giubileo della Santa Sede, alla presenza di Papa Leone XIV, confermandosi una delle voci più autorevoli nel dialogo tra arte e rivelazione. Attraverso un itinerario che intreccia Bibbia e arte, da Masaccio al Cristo alla porta di Marinotti, suor Maria Gloria ha mostrato come la rappresentazione artistica diventi una soglia di senso: un passaggio in cui la Parola prende forma, e la fede si fa visibile come speranza incarnata.
A conclusione, i direttori dei tre uffici diocesani – don Pasquale Criscuolo, don Fabrizio Cellucci e don Francesco Menichetti – hanno ringraziato i numerosi partecipanti e annunciato un prossimo appuntamento in Quaresima, ulteriore tappa del cammino comune di formazione e comunione ecclesiale.

