Messa nelle grotte del Cucco per celebrare San Benedetto, patrono degli speleologi

 

GUBBIO (22 luglio 2011) – La Caritas diocesana, attraverso il direttore Luca Uccellani, farà visita nel corso dell’estate alle due missioni alle quali la nostra Diocesi è legata in modo speciale: Santiago de Huata, in Bolivia, e Radulloc, in Kosovo.

Il viaggio in Bolivia è previsto dal 28 luglio al 13 agosto. A Santiago de Huata, che si trova sull’altopiano boliviano a quasi 4.000 metri, sulle rive del lago Titicaca, opera ormai da sette anni don Leonardo Giannelli, affiancato da un altro sacerdote della nostra diocesi, don Antonio “Topio” Zavatarelli (a lui il vescovo Mons. Jesus Juarez ha affidato la vicina parrocchia di Peñas). Il viaggio in Bolivia vuole essere soprattutto un gesto di gratitudine verso don Leo e don Antonio, che in nome e per conto di tutti noi cercano concretamente, ogni giorno di essere strumenti dell’amore di Dio in quella terra lontana, bellissima ma anche difficile da abitare. Una parte importante della loro attività pastorale l’hanno dedicata, in questi ultimi anni, a pensare e realizzare, insieme ai giovani della comunità, progetti lavorativi che diano ai giovani boliviani buoni motivi per non scappare verso la città (dove spesso si perdono) e che permettano ai giovani europei di entrare in contatto con l’ambiente e la gente dell’Altipiano. Vorremmo che il viaggio servisse anche a rafforzare i legami tra la nostra comunità diocesana e le parrocchie di don Leo e don Antonio, così come hanno auspicato il nostro Vescovo e Mons. Juarez, in occasione della visita di quest’ultimo a Gubbio, nel maggio scorso: è ancora tanto il bene che possiamo reciprocamente donarci.

Partiranno per la Bolivia, dove si fermeranno per più di un mese, anche due ragazze dell’Oratorio”Don Bosco”, Giovanna Barbetti e Sara Frati.

La nostra Caritas sarà in Kosovo dal 21 agosto al 4 settembre, presso il Campo della Delegazione Caritas dell’Umbria che si trova nel villaggio di Radulloc. Due settimane per visitare i bambini sostenuti con le adozioni a distanza (oltre 100) e le loro famiglie e per vivere l’esperienza forte ed arricchente della casa, che accoglie quasi 40 tra bambini, ragazzi e adulti in difficoltà. L’occasione per verificare di persona anche i progressi dei lavori della nuova casa che si sta costruendo nel villaggio di Leskoc e che sostituirà (speriamo quanto prima!) quella attuale. A settembre, proprio per fare il punto dei lavori, si recheranno in Kosovo anche l’arch. Giuseppe Lepri e l’ing. Mario Franceschetti, due dei tecnici della nostra diocesi che hanno curato il progetto.