Mons. Molinari nella Cattedrale di Gubbio: “Sant’Ubaldo, un esempio per noi vescovi”

 

GUBBIO (16 maggio 2010) – Nemmeno il prolungato black-out elettrico, che stamattina ha interessato un settore del centro storico, ha fermato la devozione degli eugubini per il loro patrono sant’Ubaldo. La Cattedrale di Gubbio ha ospitato stamattina il solenne pontificale per la ricorrenza liturgica di Ubaldo Baldassini, vescovo, patrono e protettore della comunità eugubina, che proprio quest’anno festeggia l’anno giubilare per l’850esimo anniversario della morte del Santo Pastore. Una celebrazione presieduta da mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo de L’Aquila.

Cara Eccellenza – ha esordito nel suo saluto il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, rivolgendosi proprio a Molinari – cari Sindaci di Gubbio, Costacciaro, Scheggia, Umbertide, Cantiano, Autorità civili e militari, care Famiglie ceraiole, Istituzioni cittadine, cari devoti di Sant’Ubaldo che venite da Thann in Francia, da Jesup negli Stati Uniti, e da ogni parte del mondo, amici tutti, qui convenuti per la celebrazione della festa del nostro Patrono, con grande gioia rivolgo a tutti il mio più caloroso saluto di benvenuto.

Questo saluto, fraterno e cordiale, è condiviso anche dal vescovo emerito Pietro, che in questo giorno ricorda l’anniversario della sua ordinazione episcopale avvenuta il 16 maggio del 1989.

Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore i colori e le atmosfere della festa che ieri abbiamo vissuto con rinnovato entusiasmo e travolgente passione.

Chi non è nato eugubino non può capire del tutto questa festa, non può comprendere il tumulto di sentimenti, misti tra devozione per il santo Patrono e attaccamento alle proprie radici, che coinvolgono ogni cittadino in una manifestazione che vuole ancora, dopo 850 anni, rendere grazie al vescovo Ubaldo, maestro nella fede e difensore della città.

Quest’anno presiede la solenne liturgia l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe. Lo ringrazio di cuore per essere intervenuto. Il motivo di questa sua presenza è facilmente comprensibile. Non possiamo non ricordare il disastroso terremoto che nell’aprile dello scorso ha portato distruzione e morte nella città dell’Aquila e nel suo territorio.

L’evento è stato il motivo che ha sollecitato l’arcivescovo Giuseppe a indirizzare ai suoi fedeli la lettera dell’11 febbraio 2010, in cui tra l’altro scriveva: “la tragedia dell’aprile 2009 ci ha portato lutti, lacrime e tanto dolore. Ma ci ha fatto sperimentare anche tanta solidarietà che spesso è diventata consolazione e conforto”.

La nostra città vuole esprimere ancora questa vicinanza, come hanno già fatto, subito dopo il terremoto, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e molti giovani di Gubbio, partecipando a quella gara di solidarietà che sempre coinvolge il popolo italiano quando una tragedia colpisce il nostro Paese, e non solo il nostro, perché tale competizione si è ripetuta per ogni emergenza anche lontana dall’Italia.

Grazie, cara Eccellenza, per la sua presenza e grazie per le parole piene di fede e di speranza, che voglio ancora citare, con le quali ha chiuso la lettera pastorale di cui ho già fatto cenno: “Il Signore doni a tutto il popolo dell’Aquila il dono di essere la comunità del mattino di Pasqua, che non dimentica le sue vittime e i suoi drammi. Ma non rimane chiusa nel sepolcro della disperazione e della sfiducia. Cristo Risorto ha spezzato la pietra del sepolcro. Spezzi anche tutti i sepolcri delle nostre paure e delle nostre disperazioni. E ci guidi nella strada della ricostruzione, della rinascita e della speranza”.

L’arcivescovo de L’Aquila, mons. Molinari, ha ringraziato gli eugubini per la vicinanza dimostrata in vari modi all’indomani del sisma del 6 aprile 2009. Poi ha raccontato e commentato alcuni episodi della vita del patrono di Gubbio, sant’Ubaldo.

Proprio contemplando la vita di questo santo – ha detto Molinari – mi sono chiesto qual è oggi la missione di un vescovo. Naturalmente è colui che conferma i suoi sacerdoti nella verità della fede. Poi, però, sono tanti i problemi da risolvere che noi vescovi ci troviamo di fronte: di carattere pastorale, organizzativo, sociale, politico e altro ancora. La cosa che non dovremmo mai dimenticare – ha poi aggiunto mons. Molinari – è proprio l’annuncio della morte e resurrezione di Gesù: questa è la nostra missione spirituale”.

L’arcivescovo del capoluogo abruzzese ha poi ricordato come sant’Ubaldo non sia stato solo un consigliere spirituale per la sua comunità di fedeli, ma anche una persona sempre vicina in tutti i modi al suo popolo.

Quante volte, dopo il terremoto – ha aggiunto – ho sentito sulla mia persona l’amore, la stima e la speranza del nostro popolo. E, con tutti i miei limiti e le mie povertà, ho cercato di stare sempre vicino alla mia gente, perché vedono il vescovo come una figura importante per loro. Sull’esempio di sant’Ubaldo – ha concluso poi mons. Molinari – vorremmo continuare sulla strada dei pastori che sono fedeli alla missione che è stata loro affidata”.