Tutto è cominciato dall’altra parte del mondo, in Costa Rica, durante un’esperienza di studio vissuta da Cristiano Bianconi, giovane di Gubbio, in un grande istituto superiore di Paraíso nel Paese centroamericano. Un’esperienza formativa e culturale, ma soprattutto umana.
«Durante quel periodo – racconta Cristiano, da poco maggiorenne – ho conosciuto culture e mondi completamente diversi, di cui mi sono innamorato. E ho stretto una forte amicizia con Sebastian e Elias, che erano il presidente e il vicepresidente della rappresentanza studentesca della scuola».
Non si trattava di una semplice simpatia tra compagni di classe. I legami si sono intensificati giorno dopo giorno, fino a diventare qualcosa di molto profondo.
«Mi chiamavano anche quando stavo male, per sapere come andava. Volevano sempre stare in compagnia. Così è nato un gruppo fortissimo, con ragazzi francesi, cechi, italiani, costaricani. Un gruppo che era davvero mezzo mondo».
Il sogno di rivedersi in Italia
Durante una delle tante conversazioni tra amici, Sebastian ed Elias raccontano a Cristiano il loro sogno: venire in Italia, visitare luoghi come Assisi e Roma e partecipare al Giubileo dei Giovani. È lì che scatta qualcosa. «Ho detto a mia madre: “Mamma, facciamoli venire”», ricorda Cristiano. Una proposta che sorprende, ma che non incontra resistenze nella famiglia di Ferruccio e Beatrice che, oltre a Cristiano, hanno anche altri due figli.
La risposta è immediata e sincera.
«Per me – ricorda Beatrice – è stato come dire: diamo un valore ai sentimenti, creiamo un ponte vero tra realtà diverse. Spesso sono proprio le diversità ad aiutarci a crescere e a diventare migliori. Non sono riuscita a dire di no».
Le difficoltà, la burocrazia, la rete solidale
Il progetto, però, non è stato semplice da realizzare. Serviva superare le difficoltà della burocrazia, trovare una soluzione per ospitare due ragazzi minorenni extracomunitari e affrontare una serie di passaggi tecnici e legali.
«Ci siamo messi al lavoro giorno e notte – racconta Beatrice Berettini –. A volte comunicavamo con il Costa Rica in piena notte per via del fuso orario. Abbiamo fatto tutto insieme: io, mio marito e Cristiano. Un cammino nuovo, complesso, ma condiviso».
Fondamentale è stato anche il sostegno della comunità.
«Don Edoardo e Don Mirko hanno da subito abbracciato il progetto. Tante persone ci hanno aiutato, chi con una presenza, chi con una donazione. Ognuno è stato un valore aggiunto».
L’arrivo a Gubbio: “Non ci credevano nemmeno loro”
Il 20 luglio, dopo un lungo viaggio aereo – turbolento e faticoso – Sebastian ed Elias atterrano a Roma-Fiumicino. Ad accoglierli, Cristiano e Beatrice.
«Erano molto stanchi, ma anche increduli. Per loro era qualcosa di impensabile, un sogno che si realizzava. Anche per me – confessa Cristiano – rivederli dopo un anno è stato bellissimo, pensavo non sarebbe mai successo così presto».
Dopo una pizza “molto meglio di quella del Costa Rica”, come scherza Cristiano, il gruppo si dirige verso l’Umbria, con qualche tappa intermedia: Foligno, Spoleto, Assisi. Un piccolo tour per assaporare l’Italia prima dell’arrivo a Gubbio.
Una famiglia allargata
I giorni successivi sono pieni di attività e condivisione. Sebastian ed Elias vivono la quotidianità della famiglia italiana che li ospita, partecipano alla vita dell’oratorio, collaborano ai preparativi del Giubileo. E si sentono accolti come figli.
«Ferruccio e Beatrice sono persone splendide – dice Elias –. Si prendono cura di noi come se fossimo i loro figli. Mi sento benissimo in tutto. L’Italia è davvero un gran bel paese».
Anche per Beatrice, l’esperienza ha avuto un impatto forte.
«Due ragazzi in casa che non sono figli tuoi, ma diventano un po’ tuoi. Diventi una seconda mamma, un punto di riferimento. È qualcosa che ci accresce come adulti e come famiglia».
Il Giubileo: l’incontro con Dio e con sé stessi
Il momento più atteso arriva: il Giubileo dei Giovani a Roma. Un evento da vivere con grande intensità, spiritualità e partecipazione.
«Poter partecipare al Giubileo, conoscere nuova gente, avere un incontro faccia a faccia con Dio è qualcosa di molto importante – afferma Sebastian –. In Costa Rica, nei nostri gruppi ci dicono spesso: “lasciatevi sorprendere”. E credo che questa sia la parola giusta per descrivere quello che sto vivendo qui».
Elias lo conferma…
«È un’esperienza in cui puoi entrare profondamente in contatto con Dio e anche con te stesso. Spero di incontrare anche altri ragazzi del Costa Rica, ma già così è bellissimo».
Un’esperienza che lascia il segno
Al termine delle giornate del Giubileo, i ragazzi continueranno il loro viaggio per l’Italia: Venezia, Verona, il Lago di Garda. Ma il senso dell’esperienza, in fondo, è già chiaro.
«Questo sogno – conclude Beatrice – non è stato solo loro. È diventato anche un po’ il nostro. E ci ha cambiati dentro».
- Sebastian ed Elias in famiglia con Cristiano, Ferruccio e Beatrice
- Elias, arrivato da Costa Rica e ospite a Gubbio prima di partecipare al Giubileo dei giovani a Roma
- Cristiano di Gubbio, insieme ai suoi amici costaricani Sebastian ed Elias
- Sebastian, arrivato da Costa Rica e ospite a Gubbio prima di partecipare al Giubileo dei giovani a Roma
- Sebastian ed Elias all’oratorio “Don Bosco” di Gubbio