Sant’Ubaldo: per i Frati minori la decisione sulla Basilica è irrevocabile. Ecco i perché.

 

GUBBIO (9 novembre 2012) – Nonostante i messaggi e le sollecitazioni a restare nel convento sulla cima del monte Ingino – sia da parte del Vescovo di Gubbio, sia da parte di istituzioni e comuni cittadini – i Frati minori francescani hanno confermato che fr. Pietro Mechelli e da fr. Andrea Dall’Amico, lasceranno la basilica di Sant’Ubaldo il prossimo 6 gennaio 2013, come annunciato nel luglio scorso. Lo comunica la Curia della Provincia Serafica di San Francesco Ofm con una lettera inviata nei giorni scorsi a mons. Mario Ceccobelli.

«Vorrei di nuovo chiarire – spiega nella lettera il Ministro provinciale Ofm, fr. Bruno Ottavii motivi essenziali che hanno imposto la decisione di lasciare questo luogo. In particolare la necessità di operare un ridimensionamento delle nostre presenze in Umbria: dolorosa situazione che è iniziata già da alcuni anni, avendo lasciato delle presenze importanti ad Orvieto, Spoleto e Foligno, con relativi problemi da parte della gente che era affezionata ai frati. Questo ridimensionamento è necessario per due motivi. Da una parte l’impegno che il Ministro generale ci ha chiesto in questi ultimi anni, ossia di farci carico della realtà della Sardegna: infatti la ex Provincia dei frati minori dell’isola è divenuta dipendente dalla nostra Provincia, e questo ha comportato un conseguente impegno da parte nostra, cioè il dover inviare dei frati dell’Umbria per il rilancio delle vocazioni in quella regione. Inoltre c’è l’innegabile calo delle vocazioni che in questi ultimi anni si sta registrando dappertutto, e del quale anche la nostra Provincia non ne è esente».

Il Ministro provinciale, fr Ottavi, continua nella nota la sua riflessione sulle vocazioni, il cui calo riguarda pesantemente anche i Frati minori.

«Per chiarezza – prosegue il francescano – occorre anche tenere presente che la maggior parte delle vocazioni dei frati minori della Provincia Umbra non proviene dall’Umbria ma da altre regioni italiane; infatti nella nostra regione la mancanza di vocazioni è molto forte, e colpisce non solo le diocesi, ma anche le comunità religiose. Questo dato dovrebbe far riflettere tutti, e in particolare coloro che desiderano la presenza dei frati: occorrerebbe domandarsi quanto si è fatto e quanto si fa affinché ci siano delle vocazioni religiose e sacerdotali nelle nostre località. Questo è un tema molto importante che, ad ogni livello, la comunità cristiana della nostra regione deve affrontare con molta serietà. Tra l’altro, credo che questo discorso sia strettamente collegato con “l’Anno della Fede” indetto da Papa Benedetto XVI, come momento di riflessione per tutta la Chiesa, e che è iniziato lo scorso 11 ottobre».

Le conclusioni della lettera non lasciano spazio ad altre speranze. «Le confermo – conclude fr. Bruno Ottavi – che la decisione mia e del Definitorio provinciale è irrevocabile, nonostante la sofferenza di molte persone legate al Santuario di Sant’Ubaldo, non ultimi alcuni frati che vi hanno servito in questi anni passati».