Chiesa eugubina, mia sposa carissima,
ti scrivo dopo la grande e ricchissima esperienza della Assemblea Diocesana. È stato un tempo di grazia ritmato dalla preghiera, dall'ascolto e dal confronto. Il Signore Gesù, attraverso questi momenti, indica al suo popolo il cammino da compiere per l'edificazione del suo Regno. Dopo aver fatto discernimento, sta a me, attraverso questo messaggio, indicarvi la strada da seguire per il nuovo anno pastorale.
L'argomento centrale lo riprendo dalla Prima Lettera di san Pietro, testo che ci ha aiutato a prepararci all'ormai imminente Convegno di Verona. L'Apostolo Pietro così dice: Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità, amatevi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna (1 Pt 1,22-23).
Pietro raccomanda l'obbedienza, la fedeltà a Dio, che non è nulla di astratto, ma è obbedienza alla Parola vivente, che, se custodita dai cristiani, conduce alla santificazione della vita e produce come frutto l'amore fraterno, che è il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati (Gv 13,34). E subito dopo aggiunge: Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35). Nell'amore possiamo cogliere il sigillo della differenza cristiana vissuta nella chiesa primitiva, ossia la capacità di fraternità, di comunione (koinonìa At 2,42, come ci ricordava mons. Vittorio Peri nella sua relazione), che portava i non cristiani a esclamare con stupore: 'Guarda come si amano vicendevolmente!' (Tertulliano, Apologeticum 39,7).
Per essere autenticamente Chiesa, per testimoniare nel mondo l'amore che ci è stato donato e la speranza che ci sorregge nel cammino verso la meta, è necessario procedere insieme. Sono felice che nei lavori di gruppo sia emersa con forza questa convinzione. Essere testimoni credibili del Vangelo, non solo a livello personale, ma anche comunitario, ci fa intuire che la nostra comunione deve essere sempre più simile e conforme alla vita Trinitaria.
'Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo essere fedeli al disegno di Dio e rispondere alle attese profonde del mondo': è questo l'invito di Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte, ma è anche l'esortazione che vi rinnovo per questo anno pastorale. Sentire il fratello di fede come uno che ci appartiene, condividerne le gioie e i dolori, offrire una vera e profonda amicizia, valorizzando e accogliendo ciò che di positivo c'è nell'altro come dono di Dio: queste le nostre priorità.
Ma non saremo in grado di rispondervi se non agganceremo la nostra esistenza al centro della vita della Chiesa: l'Eucaristia, mensa del Corpo di Cristo, fonte inesauribile della comunione. È necessaria una partecipazione attenta e attiva, la volontà di stare con Cristo, vivere di Lui, per Lui e con Lui. Tutto questo ci aiuterà ad allontare i pericoli più frequenti per la nostra comunione ecclesiale, messi a fuoco dai lavori dei gruppi: l'individualismo, l'autosufficienza, l'indifferenza, la divisione, l'attivismo, la superficialità, l'egoismo. Mi accorgo come sia sempre più necessario dare 'spessore' spirituale alle nostre comunità, agli organismi di partecipazione, come il Consiglio Pastorale e per gli Affari Economici, evitando così il rischio del semplice fare; è urgente creare spazi per la condivisione, fatta di ascolto reciproco, per arrivare poi al 'sentire insieme', ma anche spazi per l'esperienza forte della preghiera, dove si impara ad ascoltare lo Spirito, per poter fare un discernimento comunitario e una profonda verifica sulla vita della Chiesa. Voglio sperare che in questo anno pastorale i due Consigli diventino operativi in tutte le parrocchie.
Un ultimo pensiero lo rivolgo ai miei collaboratori: i presbiteri, i diaconi, i religiosi. Il popolo di Dio chiede di vedere in voi, in noi, i primi segni della vita di comunione; invochiamo quindi lo Spirito perché ci faccia dono di un rinnovato sentimento fraterno, che è condizione della missione di annuncio e testimonianza del Vangelo. Dobbiamo imparare a condividere le paure, lo scoraggiamento, la stanchezza; potremo farlo solo quando impareremo a 'volerci bene nel Signore'. È questo 'volerci bene', come già scrivevo nella lettera pastorale, la via più cara al popolo e la più efficace per gridare al mondo la 'lieta notizia' di Gesù Salvatore, per fargli capire che il Vangelo è ancora attuale e vivo.
La nostra Diocesi è chiamata inoltre a vivere in questo anno anche un particolare anniversario: l'VIII Centenario della conversione di san Francesco e della sua venuta a Gubbio. Benedetto XVI recentemente ha evidenziato come l'incontro con Cristo ha stravolto e ribaltato tutta la vita del santo; una volta sperimentato l'amore di Dio, Francesco ha cominciato a donare tutto se stesso agli altri, a partire dagli ultimi: i lebbrosi. Nel suo cuore non vi era posto per la dicotomia tra agire e pensare, tra ciò che appare e ciò che si vive nella propria interiorità. Nella sua vita egli fu testimone di Gesù, del suo amore.
Come san Francesco divenne un segno di speranza per una Chiesa che aveva tanto bisogno di essere riformata, così anche noi oggi dobbiamo diventare segni di speranza per tutte quelle persone il cui cuore si trova nello smarrimento e nel buio. Questo è il grande orizzonte verso il quale la nostra Chiesa eugubina deve dirigersi, il grande progetto che durante questo anno pastorale il Signore ci chiama a vivere. Per raggiungere questa meta, grazie anche al contributo prezioso dato dalla Consulta Pastorale, cioè dai responsabili dei diversi Uffici di Curia, ho individuato un cammino da compiere insieme, che qui di seguito vi presento, e che sarà certamente facilitato nel suo svolgersi dalla disponibilità di idonee e apposite strutture. Ho consegnato infatti ai responsabili degli uffici pastorali i nuovi locali di San Filippo. Voglio sperare che la condivisione di un luogo diventi anche il segno di un nuovo operare per la realizzazione delle linee e dei piani pastorali.
Il primo tema fondamentale individuato dall'Assemblea è stato proprio quello della formazione degli operatori pastorali e in particolare dei catechisti. La nostra pastorale deve sempre più assumere una chiara connotazione missionaria; la missione è la nuova frontiera. Essa esige che i catechisti e tutti gli operatori pastorali siano in grado di comprendere il cambiamento culturale e religioso in cui viviamo, per farsi catechisti di strada come Filippo sulla strada di Gaza, e Gesù risorto sulla strada di Emmaus.
Parlando di formazione, ricordo che la prima opportunità offerta dalla Diocesi è la Scuola di Formazione Teologica Sant'Ubaldo, che permette di conoscere in maniera sistematica tutta la dottrina cristiana. In Ecclesia in Europa (2003), leggiamo: 'Tanti europei contemporanei pensano di sapere che cos'è il cristianesimo, ma non lo conoscono realmente' Molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse; si ripetono i gesti e i segni della fede, specialmente attraverso le pratiche di culto, ma ad essi non corrisponde una reale accoglienza del contenuto della fede e un'adesione alla persona di Gesù' (n. 47). Partendo da osservazioni simili, la Conferenza Episcopale Italiana conclude che 'c'è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede' per giungere alla conversione.
Già nella lettera pastorale ribadivo che ignorare le Scritture è ignorare Cristo e che non possiamo annunciare la gioia pasquale, cioè evangelizzare, se non conosciamo colui che l'ha annunciata e vissuta. Non possiamo inoltre annunciare Cristo se non ne conosciamo la vita, il pensiero e l'azione. La Scuola di Teologia 'Sant'Ubaldo', che l'anno scorso ha visto un numero elevato di partecipanti, inizia il suo secondo anno. Questo strumento che la Diocesi offre per crescere e approfondire la fede deve essere proposto ai catechisti, agli animatori, agli operatori pastorali, ma anche a tutti i fedeli, consapevoli che solo Gesù può dare risposte a ogni autentico nostro desiderio e bisogno.
Accanto alla scuola, dopo essermi confrontato con gli uffici della Curia, ho pensato ad un cammino formativo, portato avanti dall'Ufficio Catechistico Diocesano, che si svolgerà nelle zone pastorali. Un'équipe si sposterà di zona in zona e guiderà una serie di incontri per aiutare coloro che sono chiamati a trasmettere la fede a crescere nell'amicizia con Gesù.
Sempre nell'ambito della formazione, sono stati programmati cinque incontri guidati da p. Alessandro Barban, priore di Fonte Avellana, ben noto ai fedeli di Gubbio. Questi incontri, che si terranno a San Secondo, ed avranno la caratteristica della Lectio Divina, sono aperti a tutti i fedeli.
Nell'ambito della catechesi verrà attivato il servizio per il catecumenato degli adulti. Un'apposita équipe accompagnerà gli adulti che ne faranno richiesta a ricevere il sacramento della Confermazione o a percorrere l'intero cammino dell'Iniziazione Cristiana.
Per quanto riguarda invece la pastorale giovanile il programma che la Diocesi ha deciso di seguire è quello triennale proposto dall'Ufficio di Pastorale Giovanile Nazionale.
Inoltre, sempre per quello che riguarda la formazione, non certo da intendere solo intel-lettuale o teologica, ma integrale, cioè umana, spirituale, culturale-teologica e pastorale, si aggiunge il servizio di aiuto per la ricerca della propria vocazione e di direzione spirituale, che don Michele e don Gaetano hanno iniziato a svolgere presso la Misericordia in via Baldassini a Gubbio.
Anche per i presbiteri c'è un appuntamento mensile, che quest'anno sarà guidato da mons. Francesco Zenna, rettore del seminario della diocesi di Chioggia e professore di liturgia, che ci proporrà un progetto organico che si concluderà con una convivenza di qualche giorno.
Per la vita liturgica delle nostre parrocchie richiamo l'attenzione all'anno liturgico, proprio come ho fatto nella lettera pastorale. L'anno liturgico è il primo momento formativo di tutta la comunità ecclesiale, offre il nutrimento quotidiano per la fede e per poter raggiungere la piena maturità in Cristo. Ricordo anche l'importanza della preghiera e la necessità di imparare a pregare; vi ripropongo la 'Scuola di Preghiera' che si terrà, come lo scorso anno, presso il Monastero della Trinità in San Girolamo.
Per la testimonianza della carità, invece, si è pensato un itinerario a livello diocesano; la Caritas, in sintonia con la Caritas Italiana e Regionale, propone infatti la visita alle parrocchie per stabilire un rapporto di collaborazione sempre più autentico e fraterno, incontri di formazione per operatori delle Caritas Parrocchiali, l'aiuto di animazione alla carità e in sintonia con l'VIII Centenario della venuta di san Francesco a Gubbio, l'accoglienza degli immigrati. Agli incontri farà seguito una festa finale.
Carissimi fratelli e sorelle, questo è il percorso per l'anno pastorale. Sono fiducioso che faccia crescere tutti noi nell'amore verso Gesù Cristo e verso i fratelli. Sono anche certo che ognuno, secondo le proprie possibilità, si impegnerà nel mettere a frutto le linee che, illuminati dallo Spirito, insieme abbiamo individuato.
Concludo rivolgendo al Signore la preghiera che Paolo utilizzò per i Tessalonicesi: Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore vicendevole e verso tutti,' per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi (1 Ts 3,12).
Invocando sulla chiesa eugubina la protezione dei santi patroni Mariano e Giacomo, di san Giovanni da Lodi, di sant'Ubaldo e di san Francesco, vi benedico tutti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Gubbio, 22 settembre 2006
Festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale
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S.E.MONS. Mario Ceccobelli
AMATEVI INTENSAMENTE
Camminiamo
22-09-2006