Nasce a Gubbio l’“Aratorio familiare”

 

GUBBIO (22 aprile 2014) – Vivere l’agricoltura come occasione di socialità, solidarietà e come opportunità educativa. Nasce così il progetto di “Aratorio familiare” che sarà presentato ufficialmente venerdì 25 aprile, alle ore 16, in località Coppiolo a Gubbio, accanto al mattatoio comunale.

La Caritas diocesana di Gubbio ha condiviso, favorito e sostenuto sin dall’inizio il cammino intrapreso ormai più di un anno fa da alcune famiglie cattoliche, mettendo tra l’altro a disposizione dell’associazione la struttura nella zona del Coppiolo che il Comune di Gubbio aveva concesso in comodato d’uso gratuito alla stessa Caritas.

La stretta collaborazione della Caritas diocesana con l’associazione “Aratorio familiare” riguarda: la possibilità di aiutare le famiglie in difficoltà con i prodotti dell’orto; la possibilità di aiutare persone – soprattutto giovani – che vivono gravi disagi personali, familiari ed economici attraverso tirocini formativi e inserimenti lavorativi; un’azione educativa basta sulla convinzione che le esperienze a contatto con la terra, la natura e i loro ritmi possono favorire la costruzione di relazioni più autentiche tra le persone e l’acquisizione di uno stile di vita più sobrio e rispettoso dell’ambiente.

La sede operativa dell’associazione è in località Coppiolo: si tratta di circa 6 ettari di proprietà del Capitolo dei Canonici della Cattedrale e della struttura di proprietà comunale.

Dei 6 ettari attualmente: un ettaro è adibito a orto, con 600 mq. di serre, 4 ettari sono coltivati a miglio biologico e girasoli, un ettaro si sta predisponendo per l’allevamento di animali da cortile.

E’ importante sottolineare che in questi mesi, oltre alla disponibilità della Diocesi e del Comune di Gubbio, ci sono state tantissime persone hanno dato con entusiasmo e generosità il loro contributo regalando tempo, denaro, attrezzature, esperienze, fiducia…

Attraverso la condivisione tra le famiglie dell’attività agricola, l’“Aratorio familiare” si pone l’obiettivo principale di favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone povere, socialmente escluse e che vivono in condizione di disagio.

Attraverso l’avvio dell’orto, quindi, si intende offrire degli strumenti lavorativi e formativi che mirano a: creare un’opportunità per le persone in temporaneo stato di difficoltà, e già supportate dalla Caritas diocesana di Gubbio, di imparare un mestiere e di rendersi immediatamente utili all’interno di un’attività lavorativa, in un’ottica di mutualità e reciprocità (anche attraverso lo strumento dei “buoni lavoro”); valorizzare la possibilità di sperimentare l’autoproduzione condivisa come forma di auto sostentamento tra famiglie e persone e come strumento di contrasto al progressivo impoverimento economico e alimentare; offrire una testimonianza e un’opportunità agli abitanti del territorio di poter accedere a prodotti agricoli a km 0, salutari, biologici e socialmente orientati; offrire ai giovani del territorio la possibilità di sperimentarsi in un contesto lavorativo, artigianale e manuale, socialmente sensibile.

In linea generale tutte le persone e le famiglie, che si riconoscono nei fini e negli scopi sociali dell’“Aratorio familiare”, sono destinatari del progetto in quanto, lo scopo principale, è di creare occasioni di integrazione, condivisione e reciprocità come risposta alla povertà sociale, economica e politica dei nostri tempi.

In primis, l’attività agricola, è rivolta a migliorare direttamente o indirettamente la condizione di vita di: persone e famiglie in situazione di disagio lavorativo che versano in stato di povertà o semi-povertà eventualmente segnalati dalla Caritas diocesana di Gubbio; soggetti svantaggiati ai sensi del D.Lgs. 276/03 eventualmente segnalati dalla Caritas diocesana di Gubbio in accordo con il Comune di Gubbio; giovani interessati a sperimentare la vita dei campi e l’attività lavorativa dell’agricoltore.

Oltre alla dimensione lavorativa, l’“Aratorio Familiare” vuole essere anche luogo aperto alle famiglie e, in particolare, a quei figli che da soli o insieme ai loro genitori vogliono scoprire non solo la natura, i campi e l’agricoltura, ma anche la dimensione della promozione umana e del volontariato.

La finalità delle attività educative e formative che verranno proposte è di diffondere la conoscenza del lavoro agricolo, dei tempi della natura e dei modi con i quali ci si prende cura della terra e dei suoi prodotti, attraverso la partecipazione alle attività agricole proprie dell’associazione o anche attraverso la realizzazione di prodotti tipici artigianali.

Lo scopo fondamentale è valorizzare i mestieri tradizionali, la manualità artigianale e la vita rurale attraverso l’esperienza diretta, non con laboratori o simulazioni ma con l’applicazione di un metodo esperienziale. Sperimentando il piacere della competenza e la fatica del lavoro manuale, i nostri bambini/ragazzi potranno conoscere e scoprire in modo autentico la vita nei campi.

Gli obiettivi che “Aratorio familiare” si pone di perseguire, anche per mezzo di accordi di collaborazione con altri enti pubblici o privati, sono molteplici.

Educare i bambini/ragazzi alla tutela e al rispetto dell’ambiente e del creato, attraverso la conoscenza dei cicli stagionali, della qualità dei prodotti biologici, delle tecniche produttive e della concimazione naturale.

Facilitare lo sviluppo della consapevolezza riguardo ai comportamenti alimentari sia sotto il profilo sanitario, promuovendo un approccio al “mangiare” sano, equilibrato e corretto, sia sotto il profilo socio/economico, favorendo una percezione adeguata del cibo come valore, quindi come un bene che non possiamo considerare “illimitato” e puntando alla comprensione degli effetti che gli sprechi alimentari hanno sull’ambiente e sulle risorse naturali.

La valorizzazione delle produzioni tipiche del territorio, i prodotti antichi e la conoscenza degli strumenti di una volta. La comprensione dell’importanza della biodiversità. La valorizzazione del ruolo dell’agricoltore. La promozione di comportamenti eco-compatibili e sostenibili, come la filiera corta. La socializzazione e l’integrazione tra bambini/ragazzi con esperienze e condizioni differenti. La promozione del volontariato.