«Vi consegniamo questa basilica non senza commozione, sapendo che ci aiuterete a custodirla e a tenerla aperta perché ognuno possa sentirsi di casa e possa qui celebrare nella fede il dono grande che ha ricevuto da Dio. Noi preghiamo per voi e continueremo ad aiutarvi, io per primo, a essere buoni custodi di questo luogo santo».
Così il vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini ha accolto oggi pomeriggio don Giuseppe e don Pietro, i due sacerdoti della congregazione dei Canonici regolari lateranensi che – dopo 233 anni – tornano a prendersi cura di uno dei luoghi più cari agli eugubini.
Don Giuseppe Ganassin e don Pietro Benozzi
L’antico istituto religioso maschile di diritto pontificio si occupa a Gubbio già delle comunità parrocchiali di San Secondo e Madonna del Ponte. I due consacrati che si sono trasferiti in basilica sono don Giuseppe Ganassin, 65 anni, e don Pietro Benozzi, classe 1945, già conosciuto in diocesi per aver fatto parte della comunità eugubina dei Canonici regolari lateranensi.
In occasione ricorrenza dell’Epifania, sono stati loro a ricevere dal vescovo Luciano la custodia della basilica di Sant’Ubaldo affidata fino a ora a mons. Fausto Panfili e a don Stefano Bocciolesi.
«Ho compreso – ha detto ancora mons. Paolucci Bedini nell’omelia – che questo santuario fino a sette anni fa era stato custodito da comunità religiose perché fossero a servizio di tutto il popolo. E allora ho immaginato che dovevamo pensare a un avvicendamento. Don Fausto e don Stefano hanno custodito in maniera meravigliosa questa basilica e tutte le occasioni che qui si svolgono durante l’anno. Ho già espresso la mia gratitutine per quello che hanno fatto, insieme alle tantissime persone che con loro hanno custodito questo bene».
Era il 6 gennaio, ma dell’anno 2013, anche la data che aveva segnato il “passaggio di consegne” dall’Ordine dei frati minori ai due sacerdoti diocesani. Allora, mons. Mario Ceccobelli aveva sottolineato come il santuario sarebbe stato abitato da un sacerdote di esperienza come don Fausto Panfili, ancora oggi vicario generale diocesano, e da un giovane prete appena consacrato, don Stefano.
Mons. Luciano Paolucci Bedini
«Quando mi sono messo alla ricerca – ha continuato il Vescovo nell’omelia di oggi – di una comunità che potesse custodire questa chiesa, sono partito proprio dai Canonici regolari lateranensi, perché qui loro hanno cominciato a custodire le spoglie di Sant’Ubaldo. Sono stati i primi custodi. Allora era bello pensare che potessero tornare proprio loro, come amici che sul monte vegliano e pregano per noi davanti al corpo di sant’Ubaldo. E il Signore ha voluto che si compisse questo. Ringrazio in maniera particolare i Canonici per la loro presenza, la loro disponibilità e per la responsabilità con cui assumono questo incarico».
Si apre una nuova pagina nella storia del santuario ubaldiano, considerando il legame tra la congregazione dei Canonici regolari lateranensi e la figura del vescovo Ubaldo Baldassini. Le pagine del libro “Sant’Ubaldo vescovo ed esorcista”, la ricerca di Alessio Bologna edita da Carmignani Editrice, ci raccontano proprio come la diffusione del culto ubaldiano abbia raggiunto vari luoghi in Italia grazie all’opera dei Canonici.
Alla concelebrazione di oggi erano presenti sia don Franco Bergamin, abate generale dei Canonici regolari lateranensi, sia don Sandro Canton, visitatore per la provincia italiana della congregazione.
«Vi consegniamo – ha concluso il vescovo Luciano – un tesoro prezioso: questa è la basilica della città di Gubbio, la basilica di tutti gli eugubini».
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