Il card. Matteo Zuppi ha benedetto don Edoardo, nuovo abate dei Canonici regolari lateranensi

“Ogni comunità non è mai la somma delle nostre persone, perché tra noi c’è il Signore Gesù ed è lui che ci rende una cosa sola, con lui e tra di noi. Quanto è importante essere comunità in un mondo di individualisti, a cominciare da noi. Gesù ci chiama a essere famiglia, che è molto più di un’associazione o di un gruppo di scopo. Questa è la Chiesa madre che non smette di renderci figli, di ricordarci che lo siamo, di trattarci anche quando non pensiamo di esserlo, di aiutarci a comportarci in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto”. 

Sono le parole del card. Matteo Maria Zuppi – arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana – che ieri a Gubbio ha presieduto la liturgia che segna l’inizio del “mandato” del nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi, dopo i sei anni di don Franco Bergamin. La santa messa con la benedizione abbaziale di don Edoardo Parisotto è stata celebrata nella chiesa di San Secondo.

La galleria fotografica della celebrazione

Zuppi: “Abate per servire, non per essere servito”

“Don Edoardo – ha continuato nell’omelia il presidente dei vescovi italiano – ci ha sempre coinvolti nella sua vita, con molta delicatezza, con tanta dolce ma fermissima persuasione, con la sua sensibilità così attenta e presente, con il suo tratto disponibile, sobrio, essenziale, per portarci a mettere in tutto sempre al centro Gesù, la sua parola, l’incontro con il prossimo e il libero dono di sé, sempre con tanta umanità e con tanta spiritualità. Oggi celebriamo la sua chiamata al nuovo servizio come abate dei fratelli ma anche – per certi versi – di tutte le nostre comunità”.

E poi la riflessione di Zuppi sul ruolo che l’abate generale dovrà avere per la comunità. “L’abate ha il compito di aiutarci – ha detto il cardinale – a pensarci insieme, di ricordare a tutti di seguire Gesù e di lavorare nella grande vigna di questo mondo, essendo lui stesso servo, come Gesù che è venuto a servire e non per essere servito. Aiutiamo don Edoardo, perché lui servirà nella comunione ma l’unità è affidata a ciascuno di noi”.

Paolucci Bedini: “Da secoli i Canonici ci onorano del loro servizio”

Anche il vescovo della Chiesa eugubina ha concelebrato la messa nella chiesa abbaziale di San Secondo, la comunità canonicale dove don Parisotto ha vissuto l’anno di noviziato tra il 1991 e il 1992. Per l’occasione sono arrivate decine e decine di fedeli dalle comunità dove don Edoardo ha compiuto il suo ministero sacerdotale nei decenni scorsi, in particolare da Roma e Bologna.

“Accogliamo con gioia e gratitudine – ha detto mons. Luciano Paolucci Bedini – la visita del card. Zuppi e il bel dono che la famiglia dei Canonici regolari lateranensi ci ha fatto nel decidere di celebrare qui la benedizione del nuovo abate generale. Credo non fosse mai successo prima e quindi ringrazio anche don Edoardo per questo pensiero. Aggiungiamo così la nostra preghiera per questa famiglia religiosa che ci onora da tanti secoli della sua presenza e del suo servizio. Il nostro patrono sant’Ubaldo è frutto anche della spiritualità dei Canonici regolari lateranensi”.

Il vescovo Luciano ha anche ricordato la recente nomina di don Gabriele Pauletto a visitatore della congregazione canonicale, ringraziandolo per il servizio svolto nella diocesi eugubina come parroco a Madonna del Ponte, comunità che lascerà entro circa un mese.

Don Edoardo: da Treviso al mondo, passando per Lucca, Roma e Bologna

Originario di Fanzolo (Treviso), 51 anni, Parisotto è stato scelto durante il capitolo generale dei Canonici regolari lateranensi, riunito in Brasile a fine giugno scorso, e chiamato a succedere a don Franco Bergamin.

Don Edoardo ha compiuto la sua professione religiosa nella congregazione nel 1992 ed è stato ordinato sacerdote nel 1999 a Treviso. Ha svolto la sua attività pastorale anche a Santa Maria Forisportam a Lucca, a San Floriano nel Trevigiano, poi a Roma dov’è stato cappellano universitario alla Sapienza e parroco a Sant’Agnese fuori le mura. Dal 2018 fino alla sua elezione ad abate è stato parroco a Bologna presso la comunità dei Santi Monica e Agostino e anche uno dei vicari pastorali dell’arcivescovo Matteo.

E ieri è stato proprio il cardinale Zuppi a consegnargli le “insegne” distintive dell’abate generale dei Canonici: la Regola di Sant’Agostino, l’anello segno di fedeltà alla congregazione, la mitria e il pastorale.

Il ‘grazie’ del nuovo abate: “Relazione più che autorità”

“Nel mio servizio – ha sottolineato Parisotto, ringraziando tutti alla fine della celebrazione – voglio valorizzare non l’autorità ma la relazione, come quella di un padre che genera, che fa crescere e accompagna, di un fratello maggiore visto che sono un abate molto giovane, che coltiva la fiducia, che ascolta e parla, che sa trovare il giusto equilibrio tra la parola e l’ascolto”.

Nei giorni scorsi, nella chiesa abbaziale di San Secondo a Gubbio si è riunito il capitolo della Provincia italiana dei Canonici regolari lateranensi, momento importante per la congregazione religiosa, celebrato in questo periodo anche nelle Province francese-belga-olandese, polacca, ispano-americana, argentina e brasiliana.

Il video integrale della santa messa