ASSISI (1 settembre 2010) – Sono partiti intorno alle 9.15 dal Vescovato di Assisi gli oltre 60 pellegrini (altri se ne aggiungeranno lungo il percorso), soprattutto laici, che hanno scelto di percorrere da oggi a venerdì 3 il Sentiero di Francesco, un tratto di 45 chilometri che collega la città natale del Santo al luogo celebre per l’incontro con il Lupo, la chiesetta della Vittorina a Gubbio.
Dopo il saluto delle famiglie francescane e dei vescovi di Gubbio Mario Ceccobelli e di Assisi Domenico Sorrentino, assistiti da un sole quasi autunnale, i partecipanti si sono incamminati verso Valfabbrica, prima tappa della tre giorni, passando per la tomba del Patrono d’Italia, porta San Giacomo, la chiesina di Santa Croce e Pieve San Nicolò. «Molte persone si mettono in cammino in questa epoca difficile e lo fanno per motivi diversi – ha ricordato monsignor Sorrentino nel saluto iniziale – ma farlo da qui ha un significato particolare. Qui Francesco si spoglia dei suoi beni e la sua esistenza prende la piega della libertà e di un nuovo rapporto con Dio. Un pellegrinaggio che esprime una scelta di vita: riappropriarsi del mistero dell’esistenza, con gli altri e con il mondo».
Differenti le motivazioni che hanno animato i partecipanti arrivati soprattutto da Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia. Alla testa del gruppo le istituzioni umbre che hanno raccolto l’invito dei pastori delle chiese locali a partecipare, compiendo il gesto simbolico di passarsi il “bastone del pellegrino”, il “testimone” della staffetta sul Sentiero di Francesco: il primo tratto tocca al presidente del Consiglio regionale Eros Brega, poi alla presidente della Regione Catiuscia Marini. E così via, il pellegrinaggio è bipartisan e il bastone passa al presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, all’assessore provinciale al Turismo Donatella Porzi, ai consiglieri regionali Orfeo Goracci, Andrea Lignani Marchesani, Massimo Monni, Maria Rosi, Andrea Smacchi e agli amministratori locali dei Comuni del Sentiero.
C’è anche la famiglia Moschetti di Chiugiana di Ellera nel gruppo, coniugi e due figli che per la prima volta vivono insieme un’esperienza del genere. Come hanno scelto di non mancare una decina di utenti diversamente abili dell’istituto Serafico di Assisi, che per la prima volta «condividono la passeggiata con altri, in libertà» dice la pedagogista che li accompagna, Silvia Pilicini. E poi c’è chi si è affidato a internet e tra i cammini d’Europa ha scelto quello Assisi- Gubbio per concludere le vacanze: «La mia famiglia è molto devota a San Francesco – spiega Michela Carneri di Roma, arrivata da sola per il Sentiero -, mancavo da Assisi da dieci anni, sono voluta tornare facendo quest’esperienza».
Modi diversi di vivere un unico viaggio attraverso le tante memorie francescane, raccogliendo lo stimolo offerto dagli organizzatori (Diocesi di Gubbio e Assisi) di «riconciliarsi con se stessi», tema del 2010. La seconda edizione del Sentiero di Francesco rappresenta infatti il primo appuntamento di un programma triennale che toccherà anche gli aspetti della riconciliazione con Dio, i fratelli e la natura. «Ritrovare l’armonia e la gioia di vivere – ha detto il vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli, che ha scelto di compiere tutto il tragitto e dormire nei luoghi toccati dal Poverello – anche dopo aver vissuto esperienze traumatiche, forti, destabilizzanti, è questo l’aspetto che vogliamo approfondire quest’anno». Preziosa a riguardo l’esperienza di vita del 32 enne eugubino Ubaldo Cecilioni, intervenuto in serata a Valfabbrica nell’incontro condotto dal professor Giovanni Mazzotta, per testimoniare la sua speciale riconciliazione. Cecilioni ha perso la vista 13 anni fa nel corso di un grave incidente stradale e, dopo un lungo percorso medico e soprattutto personale, oggi è campione nazionale di tiro con l’arco e aspirante cintura nera di judo.
I pellegrini riprendono il viaggio la mattina del 2 settembre per raggiungere San Pietro in Vigneto.