Anniversari di sacerdozio speciali nella diocesi eugubina: grande festa per un “doppio oro”

Il 16 maggio scorso, giorno di festa per la Chiesa eugubina per il suo patrono Sant’Ubaldo, don Lanfranco Conti, parroco di Cipolleto e Ponte d’Assi (parrocchie che si trovano sulla strada che da Gubbio porta a Perugia), ha festeggiato il 50° anniversario di sacerdozio. Era il 1970 quando nella Collegiata di Umbertide (sua città natale) veniva ordinato sacerdote da Mons. Diego Parodi, all’epoca amministratore apostolico di Gubbio, dopo un cammino di formazione svoltosi a Gubbio (presso il Seminario vescovile), a Perugia (gli anni del liceo al Seminario arcivescovile di Montemorcino) e ad Assisi al Seminario regionale “Pio XI”. Significativa fu anche l’esperienza di studio della Teologia pastorale a Roma, alla Lateranense. La vita sacerdotale di don Lanfranco si è articolata principalmente nel ministero pastorale come parroco anche se in passato c’è stato sia l’insegnamento, come docente di religione alla scuola media e superiore, sia l’incarico di rettore e di economo del Seminario diocesano. Sul piano spirituale, spicca la sua vicinanza alla spiritualità del Movimento dei focolari con un profondo legame sia con il gruppo dei sacerdoti umbri che con la realtà eugubina. In questi 50 anni di sacerdozio, don Lanfranco è stato dapprima parroco di piccole realtà della zona meridionale della diocesi come Ghigiano, Giomici, Biscina, Vallingegno e Scritto per poi approdare, nel corso degli anni Ottanta, nelle parrocchie di Cipolleto e di Ponte d’Assi (a cui successivamente si sono aggiunti i centri pastorali di Colonnata e Vallingegno), dove ha cercato di fare camminare  le due comunità all’insegna della comunione. Si è trattato di un lavoro non facile ma che ha portato a risultati come una unica catechesi (accompagnata dagli incontri con i genitori dei ragazzi)  ed altre attività pastorali che si svolgono insieme come lectio divina ed adorazione eucaristica. Inoltre numerose sono state le iniziative promosse come i pellegrinaggi, le gite con l’intento di favorire una crescita sia spirituale che nelle relazioni fraterne. Sono da ricordare le esperienze in Terra santa, a S. Giovanni Rotondo, a Medjugorje  ma anche il portare i ragazzi che si preparano alla Prima comunione in diversi santuari legati a dei miracoli eucaristici. Nel corso degli anni, le parrocchie si sono ulteriormente arricchite con la presenza di un viceparroco (generalmente un frate minore conventuale) e con la nascita del circolo ANSPI di Ponte d’Assi. Un evento significativo per le due comunità fu la costruzione della nuova chiesa di Cipolleto, consacrata nel 1992. Sul piano relazionale, il ministero di don Lanfranco si è incentrato molto nella conoscenza dei suoi parrocchiani con cui ha saputo instaurare un rapporto basato sulla semplicità in uno stile che parte dalle piccole cose come per esempio il condividere un pasto e con un atteggiamento rispettoso della libertà e della riservatezza delle persone. Alla luce di questa essenzialità, a sentire il “don La” (come lo chiamano affettuosamente i suoi parrocchiani), la migliore definizione che darebbe di se stesso è quella di essere “un parroco di campagna”. La sua formazione sacerdotale tra Gubbio, Perugia ed Assisi lo ha portato a stringere rapporti di amicizia sia con presbiteri della nostra diocesi ma con quelli di altre diocesi umbre, coltivati attraverso incontri di spiritualità e momenti di fraternità. In questo tempo di emergenza determinato dal Covid-19, dove si sta riprendendo gradualmente la vita liturgica e pastorale delle nostre comunità parrocchiali, la vicinanza a don Lanfranco per questo momento importante della sua vita si manifesta sia nell’affetto fraterno ma soprattutto nel ringraziare il Signore per il dono del suo sacerdozio nella preghiera, confidando nella materna protezione di Maria e nell’intercessione di Sant’Ubaldo. La ricorrenza del 50° del suo sacerdozio diventa motivo di gioia e di ringraziamento non solo per la sua famiglia (con la presenza del fratello Giorgio e con i genitori, Gaetano ed Elisabetta che, insieme alla sorella Maria Nella, festeggiano dal cielo) ma anche per le comunità parrocchiali di Cipolleto e Ponte d’Assi e per l’intera Chiesa diocesana.

 

In questo 2020, anche mons. Giuliano Salciarini festeggia il 50° di sacerdozio in quanto venne ordinato prete il 17 maggio del 1970 nella chiesa di S. Domenico dal vescovo Diego Parodi, allora amministratore apostolico di Gubbio. Cresciuto nello storico quartiere di S. Martino, svolse la sua formazione al sacerdozio nel Seminario vescovile eugubino e in quello regionale di Assisi (di cui si ricordano le doti di calciatore e musicista). Il ministero di don Giuliano si è articolato nell’impegno pastorale (come parroco ed educatore), nell’essere insegnante (in passato docente di religione di scuola superiore), nell’impegno amministrativo sia in Diocesi (da anni è economo diocesano) sia nella Conferenza episcopale umbra (tuttora economo della CEU e del Seminario regionale). Ha ricoperto incarichi significativi nell’Istituto diocesano del sostentamento del clero ed è stato ispettore amministrativo all’Istituto teologico e a quello di Scienze religiose di Assisi, di cui ha gestito la nascita della Fondazione Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi (del quale fu il primo ad assumerne la presidenza). Sul piano pastorale, il ministero si incentrato nella formazione cristiana dei giovani (oltre all’insegnamento lasciato a malincuore per impegni maggiori, ci fu la guida della Pastorale giovanile e dell’Oratorio “Don Bosco”), vissuta con passione e dedizione, e nell’essere parroco. Dopo aver guidato delle piccole comunità parrocchiali (come S. Bartolomeo, Nerbisci e Pisciano), fondamentale è stata la guida della parrocchia di Casamorcia dal 1983 al 2011, in cui è riuscito a dare una svolta importante nella vita della comunità sia nell’istituzione del Comitato parrocchiale (oggi circolo ANSPI) che nella ristrutturazione della chiesa (con la canonica) e la costruzione di nuove strutture (campo sportivo, bocciodromo, locali parrocchiali). Ancora oggi è molto vivo il legame con i suoi vecchi parrocchiani anche perché don Giuliano ha saputo intessere dei rapporti all’insegna della semplicità (spicca la sua profonda chiarezza nella predicazione) e della schiettezza, da buon “sammartinaro”. Il forte legame con il quartiere e la parrocchia di S. Martino (di cui fu viceparroco in gioventù e dal 2011 è tornato come parroco) lo rende ancora oggi capace di comprendere e di interpretare gli aspetti più genuini dei “sammartinari”. Inoltre, in questi ultimi anni, fondamentali sono stati i lavori per l’abbellimento della chiesa di S. Domenico e soprattutto il restauro della chiesa di S. Croce. Un altro aspetto da sottolineare nella vita di don Giuliano è il suo essere ceraiolo del cero di S. Ubaldo, vissuto con passione e con responsabilità, non dimenticando di essere prete. Questo lo ha portato a divenire cappellano sia della Famiglia dei Santubaldari che dei Ceri (dal 1986 al 2013), con l’intento di far comprendere che nella Festa del 15 maggio tutto un popolo è coinvolto nell’offrire il proprio omaggio a Sant’Ubaldo. In questo tempo di emergenza, determinato dal Covid 19, la Chiesa eugubina e umbra accompagna con la preghiera e con l’affetto don Giuliano, ringraziando il Signore per il dono del suo sacerdozio e per il lavoro svolto a servizio della realtà ecclesiale sia diocesana che regionale.

Giorgio Cardoni