Castiglione Aldobrando: il racconto della festa di Santa Maria del Rosario

 

GUBBIO (8 settembre 2009) – Anche quest’anno, nell’ultima domenica di agosto e nel suo quinto anniversario, la festa di Santa Maria del Rosario di Castiglione Aldobrando, organizzata dall’Associazione “Castiglione Aldobrando”, si è accesa di colori e animata di voci per la folta presenza dei partecipanti.

Alla messa presieduta dal vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, e concelebrata dal parroco don Sergio Mangoni, dal cancelliere vescovile mons. Ubaldo Braccini, da don Sandro Ceccarelli, da don Mirko Orsini, e dal diacono Alfredo Corazzi, hanno preso parte un gran numero di fedeli provenienti anche da zone non vicine e gli assessori del Comune di Gubbio, Aldo Cacciamani e Graziano Cappannelli.

All’inizio della celebrazione il parroco ha trasmesso il saluto di Giorgio Bordoli, proprietario del castello, che per un infortunio non ha potuto esser presente, e durante la celebrazione il diacono ha letto una preghiera composta da Angelo Bruni, da anni custode del complesso di Castiglione. La liturgia è stata accompagnata dal coro – non numeroso, ma affiatato – formato da coristi provenienti da Castiglione, Monteluiano, Montanaldo, Gubbio e da una delicata melodia per flauto traverso.

Il Vescovo, dopo l’omelia seguita dai presenti con grande raccoglimento, ha benedetto i rosari, che sono stati distribuiti perché fossero un segno della particolarità della festa, dedicata appunto alla Madonna del Rosario, e venissero usati durante la processione.

Salutata come sempre dagli squilli di tromba provenienti dall’alto della torre, la statua della Madonna è uscita dalla sua chiesa, come avviene una volta all’anno per la tale circostanza, e la processione, preceduta da tre cavalieri in costume, si è snodata più che mai suggestiva, accompagnata dalla preghiera del Rosario, tra l’agitarsi al vento dei vessilli gialloblu, evocanti i colori dell’antica contea. Poi, la consueta sosta sotto la croce che suggella l’orizzonte, la preghiera alla Madonna di Castiglione, scritta dietro l’immaginetta a Lei dedicata, e infine il rientro in chiesa nel primo tramonto.

Un momento conviviale, vivacizzato dal suono della fisarmonica, ha concluso la festa semplice, montanara, ricalcata sui ritmi popolari di un tempo. Una festa che non vuole essere una sagra, ma un’affettuosa occasione per ritrovarsi, specie tra ex abitanti di quelle contrade; che offre uno spazio privilegiato alla riflessione sotto le capriate della chiesa antica; che nella cornice di uno splendido paesaggio, traforato dai merli della torre, fa sentire tutti parte viva del passato custodito da quelle pietre millenarie.

Favorito dal Vescovo di Gubbio, il ripristino di questa festa patronale, celebrata per secoli da tante generazioni con amore e trepidazione, dimostra che la fede e la storia, con le loro vicissitudini, nella visione infinita sono eterno presente, perché tra le profonde radici e le fioriture che si rinnovano di tempo in tempo, e poi, oltre il tempo, scorre il dono prodigioso della linfa vitale.

(a cura di Anna Maria Trepaoli)