Ci ha lasciato don Roberto Revelant, vocazione che nasce dall’amore per gli ultimi

Si è spento all’età di 72 anni don Roberto Revelant, sacerdote della Chiesa eugubina, di origini friulane. Negli ultimi mesi il suo complesso quadro clinico si era progressivamente aggravato, fino al repentino peggioramento degli ultimi giorni. 

Le origini friulane

Don Roberto nasce a Torviscosa (provincia di Udine) il 3 gennaio 1951, figlio di Vittorio e di Teresa Roson, secondo di cinque fratelli. La famiglia è profondamente religiosa e l’educazione è rigorosa con una predisposizione a spendersi per gli altri. L’infanzia e la giovinezza sono segnate dalla poliomielite, dall’esperienza del Seminario arcivescovile di Udine fino all’ingresso nella Snia Viscosa (grande azienda del territorio) che lo porterà negli anni Settanta a diventare tesoriere dello stabilimento. Da lavoratore, studia e diventa ragioniere. 

L’incontro con Capodarco e il diaconato

Negli anni Settanta conosce la realtà di Capodarco, che lo coinvolge e lo porterà a scelte importanti come andare vivere in comunità con i disabili e lasciare il lavoro alla Snia Viscosa.

Proprio in quegli anni, dall’arcivescovo di Udine di allora, mons. Alfredo Battisti, nasce la proposta di iniziare il cammino di formazione al diaconato permanente. Un percorso che porta don Roberto all’ordinazione diaconale, il 7 giugno 1981. Da consacrato dell’arcidiocesi di Udine è chiamato ad animare la dimensione del volontariato. Nell’ambito dell’impegno per i disabili, promuove lo sviluppo di comunità in Friuli e sostiene l’esperienza dei soggiorni estivi. Dal 2001 al 2004, va ad aiutare la comunità di Teverola nel Casertano che accoglie bambini in difficoltà in un contesto difficile dove opera la criminalità organizzata. 

Nel 2004, arriva a Gubbio grazie al suo impegno con Capodarco, diventando vice presidente della comunità eugubina al fianco di don Angelo Fanucci e punto di riferimento per la realtà di accoglienza di Padule dove presta anche servizio in parrocchia fino al 2007, quando poi viene mandato nelle parrocchie di Torre dei Calzolari e di Spada. 

Il cammino verso il sacerdozio

Nel frattempo, con l’aiuto del vescovo Mario Ceccobelli inizia il cammino di formazione che lo porterà a essere ordinato sacerdote il 20 settembre 2008, nella chiesa di San Francesco. Nel 2008, oltre a prestare servizio come vice parroco di Torre e Spada, diventa parroco della parrocchia di Scritto, nella parte meridionale del territorio eugubino, comprendente le piccole realtà di Scritto, Belvedere, Bellugello e Vallingegno.

Gli impegni pastorali

Dal 2014 al 2020 è direttore della Caritas diocesana di Gubbio e nel 2018 diventa parroco di Torre dei Calzolari e di Spada. Dal 2014, vive nella casa del clero del Seminario di via Perugina fino ad arrivare alle ultime settimane, segnate dal peggioramento delle sue condizioni di salute già precarie. Si spegne ad Udine, nella sua terra, il 5 marzo 2023, festa della Canonizzazione di sant’Ubaldo di cui nutriva una grande devozione.

Il saluto a don Roberto

Una vita intensa e ricca di tante esperienze, quella di don Roberto Revelant. I funerali saranno celebrati dal vescovo Luciano Paolucci Bedini nella giornata di giovedì 9 marzo alle ore 15 nella chiesa di Santa Maria Assunta a Torviscosa e saranno trasmessi in diretta sul canale Youtube della Diocesi di Gubbio al link seguente…

Le due comunità di Torre dei Calzolari e di Spada si stringono unite nel dolore, nella preghiera e nella gratitudine per il servizio prestato da don Roberto. Stasera (domenica 5 marzo) i fedeli si raccolgono in preghiera per lui alle ore 21 nella chiesa di Torre Alta con la recita del Santo Rosario. Ci sarà il Rosario anche domani sera (lunedì 6) nella chiesa di Spada alle ore 21.

In Kosovo quattro anni fa

Quattro anni fa, insieme al vescovo Luciano e a una delegazione diocesana di Gubbio, don Roberto era stato in Kosovo per una visita alla casa Caritas sostenuta dalle diocesi umbre da oltre vent’anni. Nel video qui sotto la sua intervista per raccontare questa esperienza di carità…

(ha collaborato Giorgio Cardoni)