Domani, tavola rotonda a Gubbio su comunità cristiana e impegno politico

GUBBIO (15 aprile 2015) – Il nostro è un tempo di cambiamenti travolgenti e caotici, di complessità di situazioni e semplificazione di spiegazioni, di ricchezza di cose (sempre più per pochi) e disarmante povertà di pensiero, di azioni epocali svolte con la consapevolezza e la coscienza di balbettanti arroganti, dove la logica del profitto e del potere, in tutte le sue burocratiche declinazioni, spesso ridicolizza il valore della persona.

Di fronte a tutto questo, i cittadini e ancor di più i credenti hanno il dovere/diritto di non evitare domande scomode. Quale consapevolezza abbiamo della situazione sociale e ambientale, del salto generazionale in atto, delle profonde modifiche che stanno intervenendo nelle reti di solidarietà (da quelle familiari a quelle municipali)? Le nostre città, di piccole dimensioni, sono ancora in grado di favorire l’incontro tra persone, comunità, generazioni? Le nostre città alimentano o prevengono l’emarginazione? Come possiamo contribuire a cambiare le città nelle quali viviamo perché siano più inclusive e solidali?

Quanto la dimensione politica viene percepita come centrale nei nostri percorsi formativi? Come disegnare il futuro della presenza concreta nella società della Chiesa umbra, tenendo conto delle sfide che i mutamenti in atto ci mettono davanti? Negli anni Ottanta, per dare futuro alla tradizione di una Chiesa radicata tra i poveri, i vescovi italiani lanciarono un imperativo: “ripartire dagli ultimi”. Come tenere fede oggi a quella promessa? Come può la nostra chiesa locale essere Chiesa “povera per i poveri”? Quale sicurezza nelle nostre comunità?

Oltre a esaminare i processi della povertà, non occorrerebbe ripensare i processi della creazione della ricchezza avendo come obbiettivo una diversa economia, dove l’individuo non sia più mera variabile statistica, ma fulcro di un’azione economica moralmente centrata sulla persona? In un momento dove la politica oscilla sempre più tra accaparramento di consenso, autopromozione e tutela di privilegi di casta e, all’opposto, pericolose derive troppo spesso populiste e sterili negli effetti, quali strade battere per ritornare al “bene comune”? Esiste uno specifico “cattolico” da aggiungere alla politica italiana?

Queste sono alcune domande che saranno sollevate nel corso della tavola rotonda sul tema “La comunità cristiana e la rappresentanza politica: cronaca di un’assenza? Forme di impegno e disimpegno” alla quale parteciperanno LUCA DIOTALLEVI, docente di sociologia e vice-presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici italiani e DOM GIANNI GIACOMELLI, priore di Fonte Avellana, con il coordinamento di MATTEO ANDRESINI, direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Gubbio. Appuntamento per domani – giovedì 16 aprile, alle ore 17,30 – nella sala dell’Ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana a Gubbio. L’incontro segna una tappa del cammino di preparazione della Chiesa eugubina al Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre prossimo, sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.