Un’antica chiesa ritrovata e un’intera comunità in festa per aver riabbracciato un luogo così caro e ricco di significato. Queste le impressioni che hanno animato la riapertura al culto della pieve di San Giovanni Battista in Loreto, avvenuta lo scorso fine settimana, culminata con il rito di Dedicazione dell’altare presieduto dal vescovo Luciano Paolucci Bedini.
I lavori di restauro e risanamento
Una riapertura che segue gli importanti lavori di restauro e risanamento conservativo che hanno interessato aula, presbiterio e cripta della pieve, realizzati grazie al contributo 8xmille erogato dalla Chiesa cattolica. Nel corso della solenne celebrazione di domenica, il parroco di Loreto don Francesco Menichetti ha salutato e dato un rinnovato benvenuto ai tanti eugubini accorsi per l’occasione.
Le parole del parroco, don Francesco
“Oggi – ha detto – restituiamo al culto dei fedeli una delle pievi più antiche della nostra diocesi, e anche uno dei luoghi più amati dai nostri concittadini e parrocchiani. È difficile trovare a Gubbio una sola persona che non abbia un ricordo legato a questa antica pieve che oggi, grazie ai lavori di restauro effettuati, restituiamo alla collettività”. Insieme a don Francesco e al vescovo Luciano, i concelebranti don Edoardo Mariotti, vicario parrocchiale di Loreto, don Mirko Orsini, vicario generale della diocesi, e il diacono Giorgio Cardoni. Don Francesco ha poi ringraziato tutti quelli che si sono spesi per la realizzazione dei lavori. Dagli uffici di Curia, ricordando l’attivo impegno dell’Ufficio Beni culturali, da pochi mesi guidato da Elisa Polidori, ricordando il predecessore Paolo Salciarini che aveva indirizzato la fase iniziale del restauro.
La galleria fotografica
Il “grazie” a tecnici e maestranze
Sono seguiti i ringraziamenti al direttore dei lavori, arch. Francesco Raschi, al coordinatore per la sicurezza, arch. Katia Billai, al progettista strutturale, ing. Gianluca Bei, e allimpresa Pelucca Samuele Srl, nella persona di Fausto Marionni. Fra le maestranze coinvolte, anche la locale Ikuvium, che ha curato il restauro. Menzionata inoltre la Soprintendenza dei Beni architettonici e culturali, con Florian Castiglione e Giovanni Delogu. Nel suo emozionato intervento, don Francesco ha ricordato anche i sacerdoti che prima di lui hanno amministrato la pieve: don Cristoforo Przyborowski, don Armando Minelli, ma soprattutto il primo che ha intuito la bellezza di questo luogo religioso, il compianto don Corrado Antonielli, parroco di Loreto dal 1953, che negli anni Sessanta avviò il primo intervento di recupero della cripta, fino a quel tempo adibita a pollaio.
La bellezza recuperata
Prima di avviarsi al rito di Dedicazione dell’altare officiato dal Vescovo, con la collocazione delle reliquie consacrate dei santi Martiri Mariano e Giacomo, le cui spoglie sono custodite sotto l’altare della Cattedrale, don Francesco ha, infine, concluso con una riflessione: “Quale può essere il senso profondo del riaprire al culto l’antica pieve di Loreto? Potremmo essere portati a pensare che sia un’operazione di un ricordo dei tempi che furono, ma non vorrei che oggi fosse solo l’evocazione di un ricordo. Vorrei vivere questo giorno come un passo da percorrere nella via della bellezza, verso Dio. Respirare bellezza, emozionarsi ed educare al bello sono una via privilegiata di incontro con il divino che potrà risvegliarsi nel cuore dei fedeli, pellegrini e turisti che incontreranno nella loro vita la pieve di Loreto”. Don Francesco e don Edoardo invitano tutta la comunità diocesana a visitare la chiesa, aperta tutti i giorni dalle ore 9 alle 17.
Video: la riapertura della pieve
Tempi e budget delle opere
I lavori di restauro e risanamento conservativo della pieve di Loreto sono stati compiuti nel triennio 2020-2022, con in mezzo un anno di riapertura dopo le prime opere di consolidamento strutturale. Una spesa totale di oltre 730mila euro per un intervento reso possibile soprattutto grazie agli oltre 520mila euro di contributo dai fondi 8xmille della Chiesa cattolica. La somma restante, per arrivare al compimento di tutte le opere, è stata coperta dalla diocesi di Gubbio.
(a cura di Francesca Sannipoli)