Domenica 14 giugno, la Chiesa celebra il Corpus Domini, in cui si medita sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. In quest’anno, segnato dall’emergenza Covid-19, non si potrà svolgere la tradizionale processione, con le classiche infiorate, a Gubbio e in altre località della diocesi. Alle ore 18, nella chiesa di San Domenico, il vescovo Luciano Paolucci Bedini presiede la solenne celebrazione eucaristica seguita, dopo un momento di adorazione, dalla benedizione con il Santissimo Sacramento.
Come ricordiamo questa settimana sulle pagine de La Voce, tra i canti eucaristici diocesani più diffusi per questa ricorrenza da sempre spicca “Sotto i veli”, che si ispira all’inno per il secondo Congresso eucaristico diocesano, celebrato nel giugno del 1950, dopo il primo del settembre 1935, entrambi indetti dal vescovo Beniamino Ubaldi (1882-1965). Il congresso del 1935 ebbe per motto “Per Ubaldum ad Jesum” (che fu anche il titolo dell’inno), in quanto si voleva ricordare l’ottavo centenario della pacificazione di Gubbio a opera di sant’Ubaldo, e per questo vide la traslazione del corpo del Patrono in Cattedrale. Infatti si voleva promuovere la crescita della partecipazione alla celebrazione domenicale e del culto eucaristico tramite il collegamento con la devozione ubaldiana. Il congresso vide un significativo coinvolgimento dei laici e tra gli obiettivi ci fu la tutela del riposo festivo e la lotta alla bestemmia, contro cui vennero promossi i “cartelli viventi” (persone specie ragazzi con compiti di richiamo e di rimprovero). Il contesto storico, dominato dal fascismo e dalla guerra d’Etiopia (1935-1936), influì in quanto si pregò per i militari impegnati nelle operazioni belliche. Il secondo Congresso eucaristico, nell’Anno santo del 1950, fu all’insegna della devozione mariana (significativo il motto “Per Mariam ad Jesum”), in quanto venne preceduto dalla Peregrinatio Mariae, evento nella quale la statua della Madonna di Fatima (custodita e venerata nel convento di San Girolamo) attraversò, dall’ottobre del 1948, tutte le parrocchie della diocesi, con grande partecipazione di fedeli. Siamo nel secondo dopoguerra in un periodo segnato, oltre che dalla ricostruzione post bellica, da un clima politico molto acceso, determinato dall’insorgere della Guerra fredda con la contrapposizione tra il blocco occidentale (guidato dagli Stati Uniti) e quello comunista (capeggiato dall’Unione sovietica). Le elezioni politiche del 1948 segnarono la vittoria della Democrazia cristiana sul Fronte popolare (comunisti e socialisti), favorita anche da una forte mobilitazione del mondo cattolico. Tale contrapposizione si fece sentire anche nella diocesi di Gubbio nel cui territorio prevalse lo schieramento socialcomunista. L’intento della Peregrinatio Mariae e del Congresso eucaristico era quello di rinvigorire la fede e la pietà cristiana, duramente provata dalle ferite della guerra e dal clima politico acceso. Il momento più significativo fu l’11 giugno 1950, con la celebrazione del solenne Pontificale in piazza Grande e la processione eucaristica, a cui parteciparono circa ventimila fedeli, che si concluse con la benedizione dalla scalea del Palazzo dei Consoli. Dal congresso si auspicò la proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria che avverrà nello stesso anno con la costituzione Munificentissimus Deus di Pio XII.
Giorgio Cardoni