Incontro bullismo e cyberbullismo: allarmanti i dati sui giovani e i reati “digitali”

Sono stati circa 500 gli studenti che hanno partecipato a “Un abbraccio vale più di 1000 like!”, iniziativa dedicata a bullismo e cyberbullismo. Alla Polivalente di Gubbio c’erano ragazzi della secondaria di primo grado Mastro Giorgio-Nelli e quelli del biennio dell’istituto superiore Cassata-Gattapone, che hanno preso parte alla sessione mattutina dell’incontro, ed è stata positiva anche la presenza di adulti nel pomeriggio.

Con forza e competenza è stata riaffermata la necessità, soprattutto in questo tempo storico, di una reale presa in carico della questione, condivisa da tutta la comunità educante (famiglia, scuola, Chiesa, sport, società), di una responsabilità diffusa, di un reale ascolto del mondo giovanile. Evidenziati poi dati allarmanti sull’utilizzo delle applicazioni digitali in cui si consumano i reati in rete (prima fra tutte WhatsApp) e lo stato di salute dei nostri bambini-ragazzi (sempre più diffusa la depressione tra i 10 e i 14 anni).

L’importanza delle parole

“Al centro dell’incontro, l’importanza delle parole – ha detto Federica Edera, referente del Servizio diocesano per la tutela minorile che, con l’Ufficio di pastorale giovanile, ha promosso e organizzato l’iniziativa – e su quanto la realtà virtuale possa trasformarsi in un mostro in grado di divorare anime, che per struttura psico-fisica non riescono ancora a attivare meccanismi di difesa e di richiesta di aiuto.” A catalizzare l’attenzione di tutti gli ascoltatori, l’intensa testimonianza di Paolo Picchio, il papà di Carolina, la prima vittima riconosciuta in Italia di cyberbullismo, intervenuto all’appuntamento in videoconferenza.

Chiesa e scuola insieme per i giovani

“Un momento di condivisione davvero emozionante – ha detto don Mirko Nardelli, referente della pastorale giovanile della diocesi – non avevo mai visto così tanti ragazzi ‘richiamati’ dalla Chiesa eugubina, così coinvolti da questo tema. Credo che come Ufficio e come realtà diocesana, dovremmo fare sistema con il mondo della scuola. Lavorando insieme nella stessa direzione, i risultati arriveranno”.