Alle ore 12, le Cattedrali delle diocesi di Gubbio e Città di Castello hanno ospitato in contemporanea un momento di preghiera e l’annuncio che il vescovo Luciano sarà pastore anche della Chiesa tifernate. Due comunità diocesane che rimangono autonome, unite insieme “in persona episcopi”, cioè dal ministero episcopale della medesima persona, mons. Paolucci Bedini.
Nella Cattedrale dei santi Mariano e Giacomo di Gubbio, è stato il cancelliere vescovile mons. Pietro Vispi a leggere la comunicazione arrivata dal Vaticano. Nello stesso momento, nella Cattedrale dei santi Florido e Amanzio a Città di Castello veniva dato il medesimo annuncio.
La comunicazione letta nella “chiesa madre” tifernate, a firma del Nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig, è la seguente:
“Eccellenza Domenico Cancian, mi reco a premura di comunicarle che il Santo Padre ha nominato Vescovo di Città di Castello S. E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo “in persona episcopi” le Sedi di Città di Castello e di Gubbio.
Desidero in questa occasione rivolgerle i miei più profondi e cordiali sentimenti di gratitudine per quanto da lei svolto negli ultimi anni in qualità di guida per la comunità che è in Città di Castello, per il costante impegno e la dedizione profusi, ad immagine di Cristo, buon Pastore”.
Per ulteriori informazioni sull’annuncio dalla Cattedrale di Città di Castello, cliccare il seguente link:
http://www.cittadicastello.chiesacattolica.it/blog/2022/05/07/il-vescovo-convoca-clero-e-popolo/
Il saluto del vescovo Luciano alla comunità di Città di Castello
Sorelle e fratelli carissimi della Santa Chiesa di Dio che è in Città di Castello,
Pace a voi!
Nel giorno in cui vi giunge la notizia che il Santo Padre ha voluto affidare alla mia persona la guida e la custodia della vostra antica e nobile Diocesi vi invio un saluto carico di affetto e tremore per la grande responsabilità che mi spetta. Al tempo stesso, il cuore è colmo di gioia e gratitudine per il dono e la grazia che mi permettono di servire ancora la Chiesa in umiltà e semplicità.
Con voi saluto e ringrazio il Vescovo Domenico, che vi ha guidato in questi anni con la sua saggezza di Padre e l’esempio di una vita donata per amore a servizio della misericordia di Dio. La sua accoglienza fraterna per me e il suo esempio di pastore buono tra voi sono la migliore indicazione per il mio ministero.
Penso a voi tutti come il popolo santo di Dio che vive della grazia della Pasqua e testimonia in queste terre benedette la gioia e i frutti della vita nuova di Gesù risorto.
Vorrei poter visitare ogni casa ed incontrare ciascuno dentro la sua storia per cogliere i tratti della visita del Signore e poter condividere la consolazione della sua bontà.
Il mio saluto più caro è, prima di tutto, per le famiglie. Tutte le famiglie, a partire da quelle che portano il peso di una sofferenza e di un dolore, o faticano nelle umiliazioni della povertà e della solitudine. Aiutiamoci ad ascoltare il cuore di tutti e cerchiamo insieme di non lasciare solo nessuno. Il corpo della Chiesa è intessuto dei colori e delle storie delle nostre famiglie in cui tutti troviamo casa: i nonni e gli anziani, i padri e le madri, i piccoli e i giovani.
Tra voi saluto i fratelli presbiteri e diaconi, guide e servi di questo santo popolo, che accompagnano le vostre comunità e il cammino di tanti. Sentitemi vostro fratello e padre, ma prima di tutto servo, per incoraggiarvi e sostenervi nel ministero che condividiamo a favore di questa bella Sposa.
Alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata invio la mia benedizione per la loro testimonianza di fedeltà e di amore a Dio. Coinvolgetemi nelle vostre storie di grazia e di santità a beneficio di tanti sorelle e fratelli.
Saluto cordialmente le autorità civili e militari con cui avrò l’onore di collaborare per il bene comune, e l’onere di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità che la storia ci affida.
Con la Diocesi di Gubbio siamo chiamati d’ora in poi a camminare insieme come Chiese sorelle, nell’ascolto attento della voce dello Spirito Santo per rimanere fedeli alla missione che Dio ci ha affidato. Il Signore che ama e custodisce la storia e la testimonianza di queste due porzioni elette del suo popolo santo ci educhi e ci insegni a conoscerle, amarle e servirle con umiltà e con gioia.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10,8). Altro non so, e non so insegnarvi, carissimi, se non quello che anch’io ho ricevuto in dono: la meraviglia della vita, la grazia della fede e la potenza dell’amore. Tutto abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio, tanto possiamo donare gratuitamente al mondo. Facciamolo insieme!
In attesa di incontrarvi presto mi affido con tutti voi alla potente intercessione dei nostri santi:
la Madonna delle Grazie protegga con sguardo materno
i nostri borghi e le nostre città,
ci infiammi la testimonianza luminosa dei Santi martiri Crescenziano e compagni,
i Santi Florido, Amanzio e Donnino ci insegnino la bellezza della Chiesa sinodale,
ci alleni all’amore senza misura Santa Veronica Giuliani,
ci sostenga nelle nostre debolezze e miserie Santa Margherita,
ci contagino la gioia e il coraggio del Beato Vescovo Carlo Liviero.
don Luciano Paolucci Bedini
Il messaggio della Conferenza episcopale umbra
I Vescovi della Conferenza episcopale umbra assicurano a mons. Luciano Paolucci Bedini, chiamato dal Santo Padre a reggere la Chiesa di Città di Castello insieme a quella di Gubbio, la loro fraterna preghiera per il nuovo servizio ecclesiale.
A mons. Domenico Cancian la viva gratitudine e l’ammirazione per il generoso e sapiente ministero episcopale svolto nella Diocesi tifernate e nella nostra regione.
+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia
Presidente della Conferenza episcopale umbra
Il cammino comune delle Chiese eugubina e tifernate
Il 14 gennaio del 1965 muore il vescovo di Gubbio, mons. Beniamino Ubaldi, all’età di 82 anni. L’anno seguente, nel settembre 1966, si dimette da vescovo di Città di Castello mons. Luigi Cicuttini. Inizia un periodo storico per le due Chiese umbre, quella eugubina e quella tifernate, narrato in maniera precisa e documentata nel volume “La Diocesi di Gubbio” scritto da mons. Pietro Bottaccioli, 58esimo successore di sant’Ubaldo tra il 1989 e il 2005.
Le due comunità temono in quegli anni l’ipotesi di una grande diocesi perugina, estesa su buona parte del territorio provinciale. L’ufficio di amministratore apostolico viene affidato prima a mons. Raffaele Baratta, arcivescovo di Perugia, e poi – dal dicembre 1969 – il comboniano mons. Diego Parodi.
Il 22 gennaio 1972, sette anni dopo la morte di Beniamino Ubaldi, il Papa nomina mons. Cesare Pagani come pastore delle due diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Viene ordinato vescovo dallo stesso Paolo VI a San Pietro il 13 febbraio e fa il suo ingresso nelle due cattedrali nella giornata del 19 febbraio. L’episcopato di mons. Pagani a Gubbio e Città di Castello termina il 10 gennaio del 1982, quando fa il suo ingresso come arcivescovo di Perugia.
Quasi in contemporanea – nei mesi che seguono – le due diocesi dell’Umbria settentrionale tornano ad avere due pastori distinti. Il 9 maggio di quell’anno, dalla Sardegna arriva nella diocesi tifernate mons. Carlo Urru, che era stato rettore del Seminario regionale di Assisi dal 1964 al 1971. Il 5 settembre – dopo l’ordinazione episcopale del 29 agosto 1982 a Todi – arriva a Gubbio mons. Ennio Antonelli, già docente di Storia dell’arte al liceo eugubino “Mazzatinti” dal 1973 al 1976.