Le diocesi di Gubbio e Arles saranno gemellate nel nome di sant’Antonio Abate e san Trofimo

 

GUBBIO (9 gennaio 2013) – Sarà il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, il prossimo 15 gennaio, ad accogliere la delegazione di Arles, la città francese che ospita parte delle spoglie di sant’Antonio. La delegazione arriverà a Gubbio per consegnare ufficialmente alla custodia della diocesi e della Famiglia dei Santantoniari una reliquia del santo abate.

La giornata inizierà con una messa nella chiesa di Santa Croce della Foce, alle ore 9, che vedrà il vescovo di Gubbio e don Giuliano Salciarini, presidente della Confraternita di Santa Croce, celebrare accanto al rappresentante ecclesiastico di Arles, l’arciprete Sthefane Cabanac, che alla confraternita donerà una reliquia di san Trofimo di Arles. Al primo vescovo della città francese è infatti dedicato un altare di Santa Croce.

Alle ore 18 sarà invece la chiesa di San Giovanni Decollato, detta “dei Neri”, a fare da cornice alla consegna della reliquia di sant’Antonio alla diocesi e alla Famiglia dei Santantoniari.

Forte l’emozione manifestata da Alfredo Minelli, presidente della Famiglia: «La reliquia che arriverà in città testimonia il legame importante e non fittizio sbocciato e consolidato tra Gubbio e Arles. Un dono di grande spessore e di rilievo morale, per la cui custodia ci siamo fatti carico di costruire un apposito reliquiario».

A realizzare l’urna, su indicazioni date dalla curia, è stato il ceramista Giampietro Rampini, che ne ha affidato la produzione a un’azienda specializzata. A chiusura di una giornata importante per tutta la comunità eugubina è prevista anche la firma del gemellaggio tra la Diocesi di Gubbio e quella di Arles, che tra i vari intenti prevede il ritorno a Gubbio dell’urna contenente le reliquie di sant’Antonio Abate ogni 25 anni.

Il giorno precedente la consegna della reliquia, lunedì 14 gennaio alle 17, sempre nella chiesa dei Neri, verrà presentato il restauro di una statua lignea di sant’Antonio, condotto nei laboratori dell’Opificio delle pietre dure di Firenze.

La statua è stata rinvenuta grazie al lavoro d’inventariazione dei beni culturali della diocesi, condotto tra il 2003 e il 2005, nella chiesa di Sant’Egidio, a Colpalombo. Venne presentata a un gruppo di studenti del laboratorio fiorentino, ospiti in quel periodo della diocesi eugubina per uno stage sulle opere lignee. Gli studenti decisero quindi di portare a Firenze la statua, che nella città toscana è stata restaurata e, grazie a uno studio condotto da Giovanni Franco Delogu, attribuita all’artista francese Christophe Fornier, che lavorò in Umbria intorno alla metà del 1600.