Mons. Sorrentino: “Ubaldo è un lembo di cielo che si apre sulla città di Gubbio”

GUBBIO (16 maggio 2008) – “Un lembo di cielo che si apre sulla città di Gubbio, che sembra dirci di stare con i piedi sulla terra e vivere in pienezza il nostro mondo, ma che ci invita anche ad alzare lo sguardo verso l’alto e verso Dio, dove il Santo Vescovo continua ad accompagnarci con la sua testimonianza e la sua intercessione potente”.

Così il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, ha definito sant’Ubaldo nel corso del solenne pontificale di questa mattina in una Cattedrale eugubina gremita di fedeli. Di fronte alle autorità civili e militari dei territori che ricadono nella diocesi di Gubbio, il pastore della Chiesa assisana ha concelebrato la liturgia per la festa di Ubaldo Baldassini insieme al vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli e al vescovo emerito, mons. Pietro Bottaccioli, che oggi festeggia anche il diciannovesimo anno dalla sua ordinazione episcopale, avvenuta il 16 maggio 1989 proprio nella Cattedrale di Gubbio.

“Quella di sant’Ubaldo – ha spiegato mons. Sorrentino nella sua omelia – è stata vera gloria, perché rifletteva la gloria di Dio. Ed è stata proprio la sua testimonianza a slanciare questa città verso l’alto, verso il trascendente”.

Il Vescovo di Assisi ha parlato a lungo della figura di Ubaldo Baldassini e dell’eredità che lascia agli eugubini.

“Ha sempre costruito ponti fra le persone – ha detto – ed è stato grande tessitore di pace al punto da gettarsi tra i contendenti per pacificarli. Il mondo è chiamato alla pace e la Chiesa ha il compito di essere veicolo di unità e di pace, specie attraverso i suoi santi, come bene ha fatto proprio sant’Ubaldo”.

Il Vescovo e Protettore di Gubbio, ha continuato Sorrentino, “è stato anche il difensore di questa città, con l’unità e l’aiuto di Dio, perché quando stiamo dalla parte di Dio, nessuno può invadere la ‘casa’ che da lui è protetta”.

“Ma Ubaldo – ha aggiunto il Vescovo – ci ricorda che esiste un pericolo invisibile molto più insidioso dei nemici esterni: il demonio e i peccati che questo ci insinua. Sant’Ubaldo è stato un ‘grande liberatore’ dai demoni e dal peccato”. Prima della solenne celebrazione, animata dal coro dei “Cantores Beati Ubaldi”, la statua di sant’Ubaldo che ripercorre a ritroso il cammino dei Ceri nel pomeriggio del 15 maggio è stata riportata in processione dalla Chiesetta dei Neri fino alla Cattedrale.