Nuovo sacerdote in diocesi di Gubbio: ordinato oggi don Roberto Revelant

GUBBIO (20 settembre 2008) – La diocesi di Gubbio da oggi ha un nuovo sacerdote, consacrato nel pomeriggio presso la Chiesa di San Francesco, con una solenne celebrazione iniziata alle ore 17. Di seguito il profilo di don Roberto, dalla presentazione fatta da don Angelo Fanucci di fronte al Vescovo, e poi l’omelia pronunciata da mons. Mario Ceccobelli.

ROBERTO REVELANT – IL PROFILO DI DON ANGELO FANUCCI

Friulano, nato nel 1951. Diplomato in ragioneria a 20 anni, assunse ben presto un ruolo di rilievo nell’amministrazione della Snia Viscosa.

Ma poco dopo, insieme con la sua ragazza, durante un campo di lavoro estivo presso la Comunità di Capodarco, che ancora doveva compiere i dieci anni di vita e aveva un’unica sede nell’omonimo paesino, tra Fermo e Porto San Giorgio, venne conquistato dal coraggio e di quei 100 disabili e dal profilo culturale, sia sul piano sociale che sul piano cristiano, della proposta che quella Comunità lanciava a tutti, in particolare alle migliaia di giovani che da anni accorrevano a dare una mano alla realizzazione del loro grande progetto.

Poco dopo, in sinergia con don Onelio Ciani, prete in carrozzina, dette vita ad Udine alla “Comunità Piergiorgio”, così chiamata in ricordo del giovanissimo prete udinese che anni prima era annegato sulla spiaggia di Porto San Giorgio per soccorrere in acqua un disabile in difficoltà.

Successivamente fondò a Tolmezzo, capitale della Carnia, la “Comunità di Rinascita”, che anche oggi è una delle più vive tra le venti comunità di Capodarco sparse in Italia.

Poi, nell’ambito della Comunità Nazionale di Capodarco, assunse la carica di Vicepresidente e di Tesoriere, dedicandosi però soprattutto a curare le più piccole tra le comunità di Capodarco: Lecce, Oristano, Palermo, Linguaglossa e soprattutto Teverola, in provincia di Caserta, dove rimase per circa tre anni.

Poi, da quattro anni, qui a Gubbio, cercato e fortemente voluto da chi, come don Angelo, Sandro Lombardini e la dr.ssa Botta, ne conosceva le rare doti.

Vicepresidente della Comunità di Capodarco dell’Umbria, Presidente della Cooperativa Sociale “Colfiorito”, che a Colonnata di Gubbio gestisce il primo agriturismo per disabili, leader amatissimo del Gruppo Residenziale di Padule Stazione, nel quale continuerà a risieder per impegnarsi,dal cuore di una totale comunità di vita con i fratelli meno fortunati, nel ministero sacerdotale svolto nella Zona Pastorale Saonda/Chiascio.

Don Angelo M. Fanucci

L’OMELIA DI MONS. MARIO CECCOBELLI

Questa sera la Chiesa eugubina è ancora in festa. Dopo appena un anno dall’ordinazione di don Matteo, il Signore ci dona don Roberto, che si unisce alla famiglia dei presbiteri.

Anch’essi imporranno le mani su di lui a indicare l’accoglienza e la profonda comunione che si stabilisce tra di loro in forza dell’ordinazione presbiterale.

Il mio cuore come il vostro, cari presbiteri, e cari fratelli e sorelle, è colmo di gioia e di gratitudine per questo dono.

Gratitudine innanzitutto verso il Signore, che ha chiamato questo nostro fratello a condividere il suo sacerdozio, e gratitudine verso Roberto per aver risposto alla chiamata.

Gratitudine per la sua famiglia, che gli ha trasmesso il dono prezioso e inestimabile della fede, e per la Chiesa di Udine, che lo ha aiutato a scoprire la sua vocazione ordinandolo diacono.

Gratitudine anche verso la Comunità di Capodarco che Roberto ha generosamente servito, esercitando il suo ministero diaconale e imparando a riconoscere il Signore presente in ogni fratello, ma in modo tutto speciale in quello più bisognoso di aiuto.

Mi piace notare come Roberto abbia ricevuto la chiamata al sacerdozio qui a Gubbio, terra benedetta dal passaggio di uomini eminenti per sapienza evangelica e santità di vita.

Basti ricordarne due: il nostro patrono Ubaldo, le cui gesta sono ancora esaltate con sempre vivo fervore nella sua città, e Francesco d’Assisi che qui, nel servizio ai lebbrosi, rese completa la sua conversione ed iniziò la sua testimonianza evangelica, che fu così esemplare da far sì che il poverello fosse chiamato vangelo vivente.

Dopo il mio invito ad interrogarsi se nel suo cuore ci fosse un ulteriore dono del Signore, Roberto così si esprimeva nella lettera del primo agosto 2007:

non le nascondo lo stato di confusione e di timore che ho vissuto in questi mesi”.

Coraggio Roberto, questa è la reazione di ogni eletto ad una vocazione speciale come è la tua.

Anche Geremia ha reagito come te. Lo abbiamo ascoltato nella prima lettura. Quando riceve la chiamata, un senso di sgomento e di paura invade il suo cuore.

Sono questi anche i tuoi sentimenti, Roberto.

Ma non preoccuparti, hanno albergato anche nel mio cuore e in quello di tutti i presbiteri qui presenti. E non solo: anche nell’intimo di ogni fratello o sorella che scopre la presenza di Dio nella sua vita e la chiamata alla missione.

Dinanzi alle paure di Geremia Dio assicura: “Io sono con te per proteggerti” (Ger 1,8).

E a questa solenne promessa segue il gesto: “Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse: Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca” (Ger 1,9).

Qualcosa di simile avverrà anche per te, Roberto.

Sarà lo Spirito di Gesù risorto, che attraverso l’imposizione della mie mani, di quelle del vescovo emerito Pietro e di quelle dei presbiteri, scenderà su di te e ti configurerà al Buon Pastore, rendendoti capace di compiere le opere stesse di Gesù.

Diventerai così strumento della salvezza per i figli di questa nostra Chiesa.

Nella lettera sopra citata riconoscevi anche che negli anni del tuo ministero diaconale non sei stato abbandonato.

Anzi rilevavi:

anno dopo anno, il Signore, attraverso la sua Chiesa, mi ha accompagnato e sostenuto. Mi ha fatto palpare la Sua infinita bontà…Ringrazio il Signore che con il suo Santo Spirito mi ha sempre dato la forza di riprendermi e di infondermi la forza necessaria per continuare ad essere Suo testimone nel servizio ai fratelli più piccoli”.

Quanto hai già sperimentato ti consente di proseguire il cammino non più come diacono ma come presbitero, con quella conformazione a Cristo Buon Pastore di cui ci ha parlato il vangelo di Giovanni appena proclamato.

Gesù, nel brano ora udito, dice di avere altre pecore che debbono ascoltare la sua voce ed essere condotte nello stesso ovile perché si formi un solo gregge sotto la guida di un solo pastore.

Oggi e nei giorni a seguire, Gesù, il Buon Pastore, parlerà alla gente della nostra diocesi con la tua voce e con i tuoi gesti, caro Roberto.

Sarai ascoltato se le tue parole e le tue azioni esprimeranno l’amore per il gregge, se tu, come Gesù, sarai capace di dare la vita per le tue pecorelle.

Dio sarà sempre con te! Custodisci questa certezza.

Con il suo aiuto potrai percorrere le strade che conducono al cuore di ogni uomo ed annunciargli che il Buon Pastore ha dato la vita per lui e lo vuole partecipe del suo mistero di amore e salvezza.

Per portare a compimento quest’opera tanto necessaria occorre, però, che Gesù sia sempre il centro della tua vita e che tu resti con Lui in intima unione con la preghiera, la meditazione personale di ogni giorno, la fedeltà alla Liturgia delle Ore e soprattutto con la devota, quotidiana celebrazione dell’Eucaristia.

Se sarai pieno di Dio, sarai vero apostolo della nuova evangelizzazione, perché nessuno può dare ciò che non porta nel suo cuore.

Coraggio Roberto, non sarai solo nel vivere il tuo sacerdozio. Potrai contare non solo sul tuo vescovo, ma anche sul vescovo Pietro, sui presbiteri tuoi fratelli, e inoltre sulla comunità cristiana, la Chiesa eugubina, che prega per te, affinché il “pastore grande delle pecore” (Eb 13,20) ti comunichi quell’amore totale che è indispensabile ai pastori della Chiesa.

Ti sia di conforto ricordare che il Signore porta sempre a compimento le sue opere, e che se affida una missione fornisce anche gli strumenti e le forze necessarie per attuarla e portarla a compimento.

Carissimo Roberto, ti metto sotto la protezione materna di Maria, la Madre che Gesù ci ha consegnato morente sulla croce e che accompagna ogni apostolo del vangelo; sotto la protezione del santo Curato d’Ars, patrono dei parroci, che diceva: “E’ il sacerdote che continua l’opera di redenzione sulla terra..[…] se si comprendesse bene il sacerdote qui in terra, si morirebbe non di spavento, ma di amore..[…] il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù”.

Invoco su di te e sul tuo ministero pastorale la speciale protezione del nostro patrono sant’Ubaldo e di san Francesco, tuoi fedeli compagni di viaggio.

Mons. Mario Ceccobelli, Vescovo di Gubbio