La Chiesa eugubina ha celebrato ieri la festa per la dedicazione della Cattedrale ai santi Mariano e Giacomo, l’uno lettore e l’altro diacono, martiri del III secolo, uccisi nella provincia romana della Numidia. Proprio in questa occasione, il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha consacrato tre nuovi diaconi che saranno a servizio della Chiesa diocesana: Luigi Crociani, Luca Grilli e Alessio Martinelli.
Il video integrale della celebrazione
L’omelia del vescovo Luciano: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?”
“In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.”
Carissimi, è dentro questa alleanza santa, a cui Dio si mantiene fedele, che anche noi suoi servi, radunati stasera in assemblea, possiamo elevare al cielo le nostre mani per rendere grazie e continuare a camminare davanti a lui con tutto il cuore. Lieti per la festa solenne della Dedicazione di questo tempio cattedrale della nostra Diocesi e grati per il dono dell’ordinazione al Diaconato di questi nostri fratelli.
La solenne preghiera del Re Salomone continua e diventa supplica accorata: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo.”
In questo giorno, ogni anno, la nostra comunità ricorda l’atto di consacrazione di questa casa di preghiera, di questa dimora santa che è il luogo in cui la Chiesa locale si riunisce, con il Pastore e i suoi collaboratori, convocata dalla Parola, attorno all’unica mensa dell’amore e della misericordia, in quella comunione fraterna che è dono dello Spirito di Dio. Questo meraviglioso edificio sacro, è immagine e memoria di ciò che siamo, noi popolo di Dio, consacrati dal Battesimo, per il quale: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.” come ci ricorda l’apostolo Pietro.
E nella ricchezza e varietà di queste pietre scelte e preziose che tutti noi siamo, il Signore, nel tempo, affida compiti e ministeri che servono l’unità della Chiesa e la sua missione di portare il Vangelo ad ogni cuore.
Anche voi, Luigi, Luca e Alessio, da stasera entrate a servizio della nostra Comunità diocesana per donare la vostra vita, come diaconi, alla testimonianza della Pasqua di Gesù che ha dato se stesso per la salvezza del mondo. Dedicati, anche voi, come questo tempio, a rendere vicina agli uomini, vostri fratelli e sorelle, l’immensa grazia del Vangelo. Consacrati, anche voi, per dare corpo e immagine al desiderio di Dio Padre di incontrare tutti i suoi figli.
“Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!” Il Re Salomone è consapevole della pochezza delle sue intenzioni di creatura e del limite delle opere che escono dalle nostre mani. Eppure proprio alla nostra umana debolezza il Signore affida ancora oggi il messaggio della sua salvezza. Dio può ancora abitare sulla terra, e camminare con le sue creature, se ciascuno di noi accoglie la potenza del suo Spirito per contribuire alla missione alla quale tutti siamo chiamati.
Aprite dunque la porta del vostro cuore, perché la presenza di Dio si manifesti nella vostra vita. Prima con l’esempio e poi con le parole. Cercate la compagnia del Signore ogni giorno e in ogni situazione, perché chi vi incontra possa godere della sua vicinanza. Imparate a trasformare tutto in preghiera. Rendete grazie a Dio per ciò che vi è stato donato, perché dalle vostre mani i poveri possano ricevere i suoi doni. Ascoltate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada, benedite ogni storia, accogliete chi bussa alla vostra porta, e condividete il poco che avete.
Siete stati chiamati al Diaconato dentro una storia di famiglia, benedetta dal Signore con il sacramento del Matrimonio. Anche le vostre spose e i vostri figli partecipano della grazia che ricevete e con voi sono chiamati a custodirla. Non siano per voi due vocazioni differenti, ne due consacrazioni disgiunte. Il vostro Diaconato è innestato nella vita della famiglia, ed essa ne è la prima responsabilità. Abbiamo tanto bisogno di famiglie cristiane che, nella semplicità del quotidiano, condiviso con tutti, sappiano testimoniare la gioia e la gratuità che scaturisce dalla familiarità con la Santissima Trinità.
Diventando Diaconi venite ordinati nella Chiesa e per la Chiesa. Entrate nell’ordine dei Diaconi, a servizio delle nostre Comunità, in comunione con il Vescovo. Non pensatevi mai da soli, cercate sempre il confronto e la condivisione con i confratelli. Non inventatevi missioni personali e non create attorno a voi territori esclusivi. Siate a servizio solo del vero bene della Chiesa e desiderate di essere sempre in piena unione con essa. Per questo date priorità all’ascolto condiviso della Parola, alla preghiera comunitaria, all’impegno pastorale con altri fratelli.
Anche l’esperienza del lavoro, che vivete ogni giorno, espressione delle vostre capacità e del generoso contributo originale che portate a questo mondo, sia luogo di umile testimonianza e di condivisione della gioia che avete conosciuta nell’incontro con Gesù. Da questo scaturisca per voi anche una serena, ma responsabile partecipazione alla vita sociale e alla cura del bene comune, nel dialogo franco con tutti e attento ai bisogni e alle peculiarità del nostro territorio.
“Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.” Il Salmo 94 ci ha fatto pregare con parole di giubilo e di gratitudine, invochiamo ora unanimi il dono dello Spirito riconoscenti per la grazia che stasera ci è donata. Amen.
+Luciano, vescovo di Gubbio