Ricettività turistica, accoglienza dei pellegrini, ospitalità per gruppi, parco sportivo, case e strutture per attività di pastorale giovanile e ritiri. La Chiesa eugubina sta mettendo a punto un piano complessivo di riorganizzazione di tutti questi ambiti, attraverso un percorso innovativo, partecipativo e collaborativo. L’idea di fondo è quella del coinvolgimento delle comunità del territorio diocesano e di tutte le realtà e i soggetti interessati a collaborare per il progetto.
“Questo territorio – spiega il vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini – ha una vocazione specifica all’ospitalità, che è uno di quei valori cristiani che mette insieme tante tradizioni spirituali e tante esperienze anche della nostra Chiesa locale. Vogliamo ripartire da una struttura come questa del complesso intitolato al vescovo Beniamino Ubaldi, con un progetto nuovo che abbia un preciso e chiaro orizzonte pastorale”.
L’idea alla base del nuovo progetto
Il nuovo progetto della diocesi eugubina è appena agli inizi. Per ora, poco più di un’idea che il vescovo Luciano illustra nel corso di un incontro-conferenza stampa proprio nei giardini del seminario diocesano e hotel “Beniamino Ubaldi” in via Perugina.
“L’idea – aggiunge il vescovo Luciano – è quella di avviare e portare avanti un percorso virtuoso che possa mettere insieme le diverse strutture di ospitalità che la nostra diocesi gestisce, anche attraverso proprietà diverse, per creare una proposta aperta all’ospitalità sul territorio”.
Tutto parte dal complesso “Ubaldi”
Al centro del nuovo progetto c’è proprio il complesso del “Beniamino Ubaldi” di via Perugina, con il vicino “parco sportivo” che sta nascendo dagli impianti intitolati anch’essi al vescovo Ubaldi.
“Sull’area sportiva di proprietà del Capitolo dei canonici della cattedrale – aggiunge Paolucci Bedini – è già iniziata una profonda ristrutturazione e un rilancio che ne faranno una vera e propria ‘cittadella dello sport’, aperta alla città e a servizio soprattutto dei giovani, delle famiglie, degli anziani e di tutte quelle categorie svantaggiate che potranno beneficiare di uno spazio verde ben organizzato e ripensato totalmente come parco sportivo. Anche lo stesso hotel ‘Ubaldi’ sarà ripensato come albergo destinato a un turismo sociale: prima di tutto le famiglie, anche con figli disabili, gli anziani, i giovani, gli sportivi, i pellegrini e il turismo religioso. Pensiamo non solo alla grande tradizione spirituale del nostro territorio, ma anche a quelli che ci circondano, a cominciare da Assisi e dal francescanesimo”.
Un percorso aperto e inclusivo
Sarà un progetto partecipativo e innovativo anche dal punto di vista organizzativo e gestionale, assicura il vescovo Paolucci Bedini. E dunque, uno scenario importante anche sul fronte del lavoro sul territorio.
“Vorremmo che la gestione – aggiunge – fosse in capo a un ente della diocesi, perché rimangano chiare le finalità e lo stile. Per questo io desidero che sia un ente del terzo settore, un soggetto no-profit, con una proposta seria, competente, importante e all’altezza, ma anche attenta a un continuo reinvestimento sul progetto. Certo, si tratta davvero di un progetto grande e ambizioso quindi dobbiamo verificarlo per bene. Abbiamo bisogno di capire anche come il territorio possa aiutarci a sostenere gli investimenti necessari. Però, sinceramente, questo ci sembra l’unico modo intelligente e coerente con la nostra storia di Chiesa locale per poter andare avanti e rilanciare questo grande patrimonio di ospitalità che abbiamo”.
Dunque, un percorso aperto e inclusivo con realtà e soggetti interessati a fare la propria parte, con idee, professionalità, contributi di vario genere e condivisione di obiettivi e metodi.
Si comincia dalla ristrutturazione dell’hotel
“Sia chiaro – aggiunge mons. Paolucci Bedini – che non intendiamo entrare in concorrenza con nessuno, non entriamo nel settore turistico perché vogliamo fare gli imprenditori, ma sicuramente desideriamo entrare in partecipazione profonda con tutti coloro che oggi sentono di doversi mettere in gioco per il turismo. E questo possiamo farlo insieme, possiamo farlo portando ognuno il proprio contributo e questo sarà il nostro contributo come Chiesa locale”.
Una partenza senza “logo” e senza slogan proprio perché si tratta di un percorso ancora tutto da costruire, assicura mons. Paolucci Bedini in conclusione. Primi due passi: la ristrutturazione del complesso alberghiero “Ubaldi” e la scelta del tipo di assetto gestionale e organizzativo per dare testa, braccia e gambe all’idea e al “sogno”, come lo definisce il vescovo Luciano.